Dal 2020 in Italia +1,2 milioni di fumatori

L’avvento della pandemia e il cambiamento significativo delle abitudini dei connazionali ha determinato anche un incremento nel consumo di tabacco: a maggio 2021 oltre 1 milione di fumatori in più rispetto all’anno prima. Non diminuisce inoltre il numero dei giovani consumatori, anche a causa di e-cig e HTP. A rivelarlo uno studio dell’ISS svolto in collaborazione con l’Istituto Farmacologico Mario Negri.

L’avvento del Covid ha stravolto le abitudini degli italiani. Le misure volte a contenere il contagio e una maggiore permanenza in ambiente domestico si sono tradotte per molti in un aumento del consumo di cibo spazzatura e alcool; altri, invece hanno fatto ricorso al tabacco. Dopo una riduzione riscontrata nel mese di aprile 2020 rispetto al primo mese dello stesso anno, il numero di fumatori a maggio 2021 ha mostrato un aumento significativo, con oltre 1 milione di tabagisti in più. A preoccupare è soprattutto l’incidenza sui più giovani: nel target 14-17 anni, 1 su 3 ha già utilizzato il tabacco, mentre il 42% la sigaretta elettronica.

Lo studio ISS- Mario Negri

A sostenerlo sono i dati di uno studio longitudinale condotto dall’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione dell’istituto Farmacologico Mario Negri. Su un campione di 3mila soggetti di età compresa tra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana secondo le principali variabili socio demografiche, sono state realizzate 4 survey in quattro momenti diversi: la prima, ai primi albori della pandemia nel gennaio 2020, la seconda nel pieno del lockdown di aprile 2020, la terza nel novembre 2020 in una situazione di parziale lockdown, e infine un’ultima a maggio 2021, in una situazione di parziali riaperture.

Il contributo delle e-cig ai nuovi fumatori

Un ruolo chiave nell’aumento dei fumatori – ha sostenuto Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco (sigarette a tabacco riscaldato, HTP) e le e-cig. Infatti il loro uso in Italia contribuisce alla iniziazione e alla ricaduta del consumo di sigarette tradizionali e ne ostacola la cessazione, alimentando l’epidemia tabagica. L’indagine ha rivelato che il 4,7% di coloro che, in periodi precedenti, non avevano mai fumato sigarette tradizionali, ad aprile 2020, in concomitanza con le settimane più difficili del lockdown, sono diventati fumatori.  Mentre il 2,1% di chi non ha mai usato le e-cig è diventato fumatore di sigarette tradizionali, il 19,6% degli utilizzatori di e-cig è diventato anche fumatore di ‘sigarette tradizionali’, con un rapporto di quasi 1 a 10. Similmente, mentre il 3,2% di chi non ha mai usato prodotti a tabacco riscaldato è diventato fumatore, il 19,3% di chi è utilizzatore di heated tobacco products è diventato anche fumatore di sigarette tradizionali.

Le ricadute

Il report evidenzia inoltre che il 17,2% di chi aveva smesso di fumare sigarette tradizionali ad aprile 2020, durante il lockdown duro, a novembre dello stesso anno è tornato ad essere un consumatore abituale di sigarette tradizionali. Anche in questo caso hanno giocato un ruolo importante come fattore di rischio il consumo di HTP e di e-cig. A prova di questo, è tornato a fumare ben il 39,1% di quanti consumavano abitualmente sigaretta elettronica, a fronte di un 7,7% che non l’aveva mai utilizzata. Altrettanto dicasi per gli HTP: tra i consumatori di prodotti a tabacco riscaldato sono tornati alle sigarette tradizionali il 58,3% di essi a fronte di un 11,2% che non ha mai usato HTP. Rispetto alla cessazione, rileviamo che a novembre il 14,6% degli individui che erano fumatori di sigarette tradizionali ad aprile durante il lockdown duro, sono riusciti a cessare e diventare ex fumatori. Anche in questo caso l’uso dei prodotti di nuova generazione come HTP e e-cig hanno giocato un ruolo negativo sulla cessazione si legge nel rapporto. Infatti, il 15,4% di chi non ha mai usato e-cig è riuscito a smettere di fumare, mentre soltanto il 6,7% di chi è utilizzatore di e-cig è riuscito in questo intento. Similmente il 15,5% di chi non ha mai usato HTP è riuscito a diventare ex fumatore, mentre nessuno di chi usa HTP è riuscito a diventare ex fumatore.

I dati

Nelle condizioni di restrizioni delle libertà e di stress conseguenti alla pandemia, aumentano di oltre 1 milione sia i fumatori che le fumatrici – ha sottolineato Silvio Garattini, Presidente onorario dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – A maggio 2021 la prevalenza di fumatori in Italia era del 26,2% (11,3 milioni). Lo studio ha mostrato che dopo una riduzione della percentuale di fumatori ad aprile 2020 rispetto a gennaio 2020, a novembre i fumatori risultavano il 24% e addirittura il 26,6% a maggio. Il numero di sigarette fumate quotidianamente si è attestato a 10,8, allineato ai valori pre-pandemia. Ad utilizzare la sigaretta elettronica il 9% della popolazione a fronte di un 8,1% pre-lockdown. A maggio 2021 gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato erano pari al 7%, con un aumento significativo: a gennaio 2020 il loro numero si attestava al 4,1%, 4,4% ad aprile 2020.

I giovani

Quanto ai giovani, sulla base dei dati disponibili di un’indagine per campione realizzata dall’ISS con la società Explora su un campione di 2.775 soggetti di età compresa tra 14 e 17 anni, è emerso che il 37,5% degli intervistati ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e il 41,5% con la sigaretta elettronica. Il 52,5% degli studenti ha iniziato a consumare tabacco o a utilizzare la sigaretta elettronica alle scuole superiori, sebbene il 47,5% di essi abbia iniziato già prima, alle scuole elementari (4,1%) o alle scuole medie (43,4%). Il prodotto utilizzato per la prima volta è stato prevalentemente la sigaretta tradizionale (77,6%) ma c’è anche chi ha iniziato con la sigaretta elettronica (20,1%) o la sigaretta a tabacco riscaldato (2,3%). Dati, questi, estremamente preoccupanti. Tra i fumatori di sigarette tradizionali, il 26,3% fuma 10 o più sigarette al giorno e tra questi, l’1,5% ne fuma più di 20. Emerge inoltre che quanti consumano tabacco abitualmente o utilizzano la e-cig, associano questi comportamenti dannosi ad altri, tra cui spiccano: il binge drinking, il consumo di cannabis o di sostanze psicoattive. Il medesimo trend si osserva tra i consumatori di nuove sostanze psicoattive (NSP): il 3,2% dei fumatori occasionali e il 9,3% degli abituali, il 5,1% degli utilizzatori occasionali di sigaretta elettronica e il 15,2% degli utilizzatori abituali ne ha dichiarato il consumo, a fronte di un 1% di chi non fuma o non ‘svapa’.

Telefono verde dell’ISS

Piace qui ricordare che esiste un telefono verde contro il fumo (800554088) dell’Istituto Superiore di Sanità, un servizio gratuito e anonimo che da decenni sostiene i fumatori nel percorso di cessazione.