Farmaci di automedicazione: andamento stabile nel 2019

I farmaci di automedicazione confermano le previsioni: le elaborazioni di Assosalute su dati Iqvia indicano per il 2019 un andamento delle vendite in linea con i trend di lungo periodo

farmaci di automedicazione

Secondo le elaborazioni di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) su dati Iqvia, i fatturati, pari a quasi 2,5 miliardi di euro, sono sostanzialmente stabili pur con un segno negativo (-0,2%) mentre i consumi – poco più di 266 milioni di confezioni – registrano una sensibile contrazione rispetto al 2018 (-3,3%). 

La farmacia detiene una quota di mercato pari al 90,7% a volumi e al 91,9% a valori. Aumenta lievemente la quota di mercato a favore delle parafarmacie, che cumulano una quota di mercato del 6,1% a volumi e del 5,8% a valori (era del 5,9% e del 5,3% rispettivamente nel 2018), mentre sono stabili le quote per i corner della Gdo: 3,2% e 2,3% rispettivamente a volumi e a valori.

La ragione del sensibile calo del numero di confezioni vendute nel 2019 è da ricercare nella minore incidenza delle sindromi influenzali e da raffreddamento della stagione influenzale 2018/2019 rispetto a quanto registrato nella stagione precedente 2017/2018.

Nello specifico, OTC e SOP hanno trend similari a volumi ma differenti a valori:  gli OTC registrano infatti una contrazione del -3,1% mentre nei SOP il calo è pari al -3,7%. Nei fatturati la differenza si fa più marcata: gli OTC fanno registrare un +0,2% e  i SOP un -1,5%.

Farmaci di automedicazione: serve un allineamento con il mercato europeo

Nonostante il mercato rilevi segnali di innovazione in termini di diversificazione dell’offerta e lanci di nuovi prodotti, risente però strutturalmente sia della diversa propensione alla spesa out of pocket tra il Nord e il Sud del Paese, sia della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi non ancora disponibili come farmaci OTC in Italia, a differenza di quanto avviene in molti altri Paesi europei. Come evidenzia Maurizio Chirieleison, presidente di Assosalute: “Il settore italiano dei farmaci senza obbligo di ricetta rende merito alle aziende del comparto che investono quotidianamente nell’innovazione dei dosaggi e delle formulazioni per migliorare costantemente il profilo di efficacia e sicurezza che caratterizza i farmaci di automedicazione. I medicinali da banco sostengono la salute dei singoli e possono dare un contributo importante anche alla ridefinizione della governance farmaceutica e alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Per questo resta fondamentale un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo che permetterebbe, insieme ad azioni condivise di informazione ed educazione, a una corretta gestione della crescente autonomia in tema di salute e benessere, di liberare risorse pubbliche. Ciò implica la valorizzazione economica, sociale e industriale del settore e delle caratteristiche distintive dei farmaci OTC rispetto agli altri prodotti per la salute presenti sul banco del farmacista, ma che farmaci non sono”.

I prodotti notificati a connotazione farmaceutica

Proprio i prodotti notificati a connotazione farmaceutica (integratori, erboristici, omeopatici ecc.), spesso confusi con i farmaci da banco, sono responsabili della ccontrazione dei consumi sul lungo periodo: tali prodotti erodono quote di mercato ai farmaci senza obbligo di prescrizione grazie a un trend di crescita ormai consolidato e che si conferma anche nel 2019: +1,0% e +2,9% rispettivamente l’aumento dei consumi (per oltre 293 milioni di confezioni) e dei fatturati (per un giro d’affari complessivo di 4,3 miliardi di euro).