Farmacie impegnate nel rilancio dei piccoli comuni

“Le farmacie condividono pienamente la volontà di potenziare i servizi forniti ai 10 milioni di italiani che vivono nei comuni con meno di 5.000 abitanti, anche attraverso progetti di informatizzazione di tali comuni. Chiedono di essere coinvolte nel processo di sviluppo dei servizi sanitari nelle aree rurali, previsto dalla proposta di legge”. È quanto si legge in un comunicato stampa di Federfarma a proposito della proposta di legge n. 65 per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, illustrata dal presidente dell’VIII Commissione della Camera, Ermete Realacci.
“Le farmacie”, spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma, “già oggi costituiscono un importante punto di riferimento, ma possono dare un contributo ancora più concreto al miglioramento della qualità della vita delle persone, a costi contenuti e trasparenti. Questo può avvenire potenziando il ruolo della farmacia nella dispensazione di tutti i medicinali del SSN, favorendo così il monitoraggio delle cure e l’adesione alle terapie da parte dei pazienti, con indubbi vantaggi in termini di tutela della salute, ma anche di risparmio per il SSN. Le farmacie possono anche fornire nuovi servizi di alta valenza socio-sanitaria, a cominciare dalle attività di prevenzione fino alla presa in carico dei pazienti e alla partecipazione, in sinergia con le altre strutture sanitarie territoriali, a programmi di assistenza domiciliare.”
“Servizi di questo tipo, utilissimi nelle grandi città, diventano indispensabili nei piccoli centri, dove la farmacia è l’unico presidio sanitario sempre accessibile”, dichiara Alfredo Orlandi, presidente di Federfarma-Sunifar. “Le farmacie rurali devono essere messe nelle condizioni di operare in modo efficace ed economicamente sostenibile. Più della metà degli oltre 8.000 comuni italiani ha meno di 3.000 abitanti e in tutti questi comuni la farmacia c’è, ed è una presenza fondamentale per la popolazione. In questi centri sono rimasti soprattutto anziani che hanno difficoltà a muoversi: arrivare alla Asl del capoluogo può essere un’impresa veramente ardua, in cui bisogna per forza coinvolgere qualcun altro, spesso facendogli perdere ore di lavoro. E gli spostamento costano tempo e denaro”, conclude Orlandi.