Dopo 3 anni di stop, la conferenza nazionale Gimbe è tornata a Bologna lo scorso 31 marzo focalizzandosi sulla crisi della sostenibilità del sistema sanitario nazionale. In questa occasione Andrea Mandelli, presidente Fofi, ha ribadito la centralità della farmacia all’interno della rete di prossimità per il rilancio del Ssn. Occorre puntare a uno snellimento dei processi burocratici e a un’implementazione del digitale

A tre anni dall’ultima edizione, complice la pandemia Covid-19, la Conferenza Nazionale GIMBE è tornata a Bologna lo scorso 31 marzo concentrandosi sulla crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale in Italia.

Il 5° Rapporto GIMBE ha difatti messo in luce un netto peggioramento dello stato di salute del Ssn, con ritardi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, nuovi bisogni di salute e crescente demotivazione da parte del personale sanitario. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata rischia di mettere in discussione l’universalismo, pilastro cardine del nostro Ssn, rendendolo un privilegio per pochi.

Il contributo dei farmacisti al rilancio del Ssn

All’interno di questo framework, il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli, nel proprio intervento ha ribadito l’importanza di valorizzare ruolo e competenze del farmacista all’interno del Ssn, consolidando la farmacia dei servizi, portando avanti una lotta alla eccessiva burocrazia e puntando al digitale: «sono le priorità per rendere il servizio farmaceutico ancora più efficiente e più vicino al cittadino, contribuendo al rilancio della Sanità del Paese».

«La forza dei farmacisti – ha aggiunto Mandelli – è quella di farsi trovare sempre pronti dinanzi alle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare per dare risposte ai cittadini, che restano il fulcro del nostro impegno quotidiano. Lo abbiamo dimostrato, concretamente, in questi anni, affermandoci come i principali interpreti di quella prossimità che rappresenta la chiave di volta per la costruzione di un Servizio sanitario più equo, efficiente e sostenibile.

Per questo, è opportuno implementare la Farmacia dei Servizi, che è stata il fondamento della risposta del Paese ai cittadini negli ultimi tre anni; dare piena applicazione al DM 77 con la farmacia sempre più integrata nel sistema sanitario e collegata in rete con i professionisti delle cure primarie per la presa in carico dei cronici; ma anche riportare sul territorio i farmaci innovativi che possono essere gestiti e dispensati dal farmacista di comunità e per i quali è necessario trovare una remunerazione che ne favorisca la distribuzione sul territorio».

Promuovere valorizzazione, formazione e digitale

Tra le altre sfide per il futuro, Mandelli ha sottolineato l’importanza di promuovere anche il rafforzamento dei ruoli e delle competenze dei farmacisti all’interno di Asl e ospedali, e non solo nelle farmacie di comunità, dando così piena concretezza al ruolo del farmacista clinico e di dipartimento.

Altri tasselli imprescindibili rimangono la formazione e il digitale. «Inoltre, si rende necessaria una revisione del sistema ECM che vada realmente incontro alle esigenze del professionista e che valorizzi la formazione sul campo. C’è poi la sfida della sanità digitale, con la piena attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e del Dossier Farmaceutico, e quella della “sburocratizzazione”, oggi quanto mai prioritaria alla luce dell’importante carenza di personale sanitario che riguarda da vicino anche i farmacisti. Al centro della nostra attività professionale non può esserci la burocrazia: ci sono i pazienti e i cittadini ai quali, ogni giorno, dobbiamo dare risposte», ha concluso il presidente Fofi.