Farmacisti con la cultura della prevenzione

Matteo BonviciniMatteo Bonvicini è presidente di fresca nomina di Federfama Bolzano, dopo un trascorso come consigliere. Inizia la nostra conversazione evidenziando con giusto orgoglio uno dei punti di forza delle farmacie della sua provincia: «Siamo una delle farmaceutiche più virtuose, perché abbiamo la spesa territoriale più bassa in Italia, facendo risparmiare molti soldi, mentre la spesa sanitaria ospedaliera è la più alta». «Riguardo alla situazione della provincia di Bolzano», precisa il presidente, «le farmacie coprono con efficienza tutto il territorio, che comprende zone di montagna molto difficili da raggiungere. Purtroppo, soprattutto con le nuove normative molto più precise a riguardo, non sono sempre adeguati gli spazi di cui dispongono le farmacie, fattore che incide negativamente sulla realizzazione della farmacia dei servizi, nella quale crediamo fermamente.  Poter erogare dei sevizi al cittadino rispettando la privacy in spazi appropriati è molto importante, perché è l’unica possibilità che abbiamo per valorizzare la nostra professionalità e la farmacia come istituzione: siamo comunque il primo presidio sanitario territoriale, soprattutto in zone poco accessibile come le nostre».

Il servizio di medicina complementare è pubblico

La cultura tedesca si ripercuote anche sulla farmacia, innanzitutto con una prescrizione oculata di farmaci, anche sanzionata se inopportuna e di farmaci costosi, tanto che, come abbiamo scritto, la spesa farmaceutica altoatesina è la più bassa d’Italia. «Questa prescrizione attenta di farmaci deriva anche da un approccio terapeutico che ha radici nella cultura d’Oltralpe, perché prima di arrivare al farmaco istituzionale si ricorre alla prevenzione e ai prodotti fitoterapici, omeopatici, fortemente radicati nel territorio, che affiancano anche terapie croniche, grazie alla grande cultura e preparazione dei colleghi in questi campi», riprende Bonvicini. «La nostra regione e la Toscana sono le uniche due realtà in cui c’è un servizio di medicina complementare pubblico».
Il territorio di Bolzano è caratterizzato anche dalla multiculturalità e dal plurilinguismo: «tutti i titolari di farmacia in Alto Adige devono avere il patentino di bilinguismo, non facile da superare, e in alcune zone si aggiunge anche il ladino», precisa Bonvicini.

I punti critici

I problemi delle farmacie della provincia di Bolzano sono invece squisitamente… italiani: «Il più grande è quello della lentezza e il ritardo della Asl e dei servizi informatici che non ci hanno ancora messo in grado di organizzare un Cup e questa è una criticità davvero grave del sistema pubblico», dice il presidente. «Addirittura molte realtà ospedaliere si sono dotate autonomamente di sistemi informatici che, però, non comunicano tra loro. Ora speriamo di riuscire a far partire il Cup e la ricetta elettronica, per cui i farmacisti sarebbero pronti: in Trentino questi strumenti funzionano benissimo: basterebbe copiare le cose buone».
Tra i progetti delle farmacie di Bolzano c’è n’è uno di telemedicina sui pazienti cronici e di aderenza delle terapia: «Sono però in fase sperimentale e in attesa di un interesse politico: purtroppo oggi si pensa solo a tagliare, mentre bisognerebbe investire per ottenere risparmi in futuro», precisa Bonvicini. «Sarebbe necessario complessivamente un maggior dialogo con l’Asl, che da noi gestisce il budget della farmaceutica, mentre secondo me dovrebbe essere l’assessorato, che io individuo come il mio interlocutore».

Cornelia Pelletta