Farmacovigilanza in pediatria

Two kids“La farmacovigilanza e la farmacosorveglianza in ambito pediatrico sono molto importanti per il farmacista territoriale.” Spiega Francesco Gamaleri, componente del Consiglio direttivo dell’Ordine dei farmacisti delle province di Milano, Lodi e Monza Brianza. “Il ruolo attivo nell’incentivare l’aderenza alla terapia e collaborare nel controllo dell’appropriatezza d’uso dei medicinali, possono portare benefici significativi alle popolazioni fragili. Nel quotidiano, si pensi per esempio alle informazioni fornite alle mamme, ma anche a nonni o tate, per la ricostruzione di una sospensione pediatrica, le modalità di conservazione oppure le indicazioni relative alle interferenze tra medicinali.” E aggiunge: “Ricordiamo che i bambini sono pazienti fragili, con organi ed apparati ancora in sviluppo e non maturi fisiologicamente; i farmaci che possiedono indicazione pediatrica registrata sono in numero limitato rispetto a quelli in uso consolidato nel tempo in questa fascia di età. Per questo motivo, l’attività di farmacosorveglianza, fortemente sostenuta anche dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), non deve essere vissuta dagli operatori sanitari incluso il farmacista, come aggravio burocratico, ma come un intervento sanitario utile a proteggere i piccoli pazienti ed far crescere le conoscenze scientifiche. Le segnalazioni di avventi avversi dovuti all’assunzione di medicinali effettuati dai professionisti sanitari agli enti competenti in questi anni sono cresciuti notevolmente come numero assoluto; ma non in modo significativo per l’area pediatrica. Ritengo dunque che farmacisti e pediatri possano fare di più e magari insieme anche in questo ambito”. Quanto sopra, anche alla luce di una recente indagine condotta dal Centro studi della federazione italiana medici pediatri (Fimp) che, se conferma l’ampio utilizzo dei farmaci di automedicazione da parte dei genitori, fa emergere alcune problematiche relative alla poca informazione di questi ultimi in materia di farmaci. I genitori nel 60% dei casi confondono gli integratori con i farmaci, considerano il foglietto illustrativo una fonte di informazione solo nel 31% dei casi, utilizzano impropriamente i farmaci che hanno già in casa (oltre il 5%) e hanno difficoltà a somministrarli in modo corretto, sia in termini di dosaggi che di tempi della terapia. Riguardo, invece, alla ricerca di informazioni, il pediatra si conferma il maggiore punto di riferimento per i genitori con un 77%, seguito dal farmacista per l’11%. Sempre secondo quanto emerge dall’indagine, esiste anche una percentuale di genitori che ricerca informazioni su internet (15%), anche se solo l’8% ritiene le informazioni disponibili sul web affidabili. Per migliorare la conoscenza dei farmaci da automedicazione, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, Assosalute, ha stilato un elenco di raccomandazioni da diffondere ai genitori. “Meritevoli su questo argomento sono anche le recenti campagne di informazione del ministero della Salute ed Agenzia italiana del farmaco sull’uso dei farmaci in gravidanza e per i bambini, nei confronti dell’opinione pubblica” spiega Gamaleri, “così come campagna di informazione di Aifa ancora in corso sull’uso corretto degli antibiotici”.

Chiara Romeo – Tema Farmacia, 2015 n.3 – Tema del mese