Federfarma, campagne informative e screening per la prevenzione urologica

Anche se l’ipertrofia prostatica è un problema estremamente comune negli uomini di più di 50 anni d’età, l’80% di essi non si è mai sottoposto ad una visita andrologica. L’impegno di Federfarma per la sensibilizzazione sul tema

L’ipertrofia prostatica benigna è una malattia piuttosto comune nei soggetti di sesso maschile, che consiste nell’ingrossamento della prostata, con conseguenti difficoltà nell’urinare. Questa patologia colpisce l’8% degli uomini under 40, aumentando fino al 50% nei soggetti con oltre 60 anni di età. A fronte di ciò, tuttavia, circa l’80% degli uomini non è mai andato dall’andrologo. A partire da questo dato, Federfarma ha deciso di lavorare a una campagna di educazione sanitaria sul tema dell’ipertrofia prostatica che parta dalle farmacie.

L’iniziativa di Federfarma

«L’obiettivo è estendere il nostro lavoro dalla dispensazione del farmaco alla consulenza e al dialogo con i pazienti. La pandemia ha accelerato questo processo perché ci siamo trovati a partecipare a piani di prevenzione, con tamponi e vaccini, e si è creato un rapporto più stretto con il paziente, oltre a una rinnovata consapevolezza del ruolo di educatore sanitario del farmacista. Quotidianamente, nelle farmacia entrano 4 milioni di cittadini; partendo da questo dato, le farmacie e il farmacista, in particolare, possono dara un contributo significativo alla diffusione delle informazioni volte ad ampliare la conoscenza dei cittadini alle patologie legate all’apparato genitale maschile e al valore della prevenzione» ha sostenuto il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, nel corso della presentazione al Senato del libro “Wikipene”, scritto da Nicola Mondaini, urologo e professore associato di Urologia presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’università Magna Grecia di Catanzaro, e Patrizia Prezioso, esperta di comunicazione.

L’importanza della prevenzione

Il volume ha messo in luce che 1 ragazzo su 3 ha un problema andrologico che, se non preso in tempo, potrebbe evolvere in una patologia più seria e invalidante. Molte patologie sarebbero risolvibili con l’informazione, la prevenzione e con piccoli interventi chirurgici o cure farmacologiche. «Tali patologie, un tempo, venivano evidenziate in giovane età anche grazie alla visita medica a cui venivano sottoposti i ragazzi chiamati alla leva militare» ha evidenziato Mondaini.

È proprio per questo che risulta cruciale attivare una virtuosa sinergia tra gli attori della sanità, che possano vedere in prima linea le farmacie, primo presidio di salute per la popolazione, per costruire programmi mirati di prevenzione e screening.