Fluorochinoloni: Aifa segnala rischio di rigurgito/insufficienza delle valvole cardiache

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha reso disponibili importanti informazioni sul rischio di rigurgito/insufficienza della valvola cardiaca associato all’uso sistemico e inalatorio dei fluorochinoloni

Aifa lancia un alert in merito all’uso sistemico e inalatorio dei fluorochinoloni (tra cui ciprofloxacina, delafloxacina, levofloxacina, lomefloxacina, moxifloxacina, norfloxacina, ofloxacina, pefloxacina, prulifloxacina e rufloxacina) in accordo con le autorità regolatorie europee, sulla base di un’informativa dei titolari di Autorizzazione all’Immissione in Commercio.

I fluorochinoloni per uso sistemico e inalatorio possono aumentare il rischio di rigurgito/insufficienza delle valvole cardiache” spiega la nota informativa, chiarendo
che “Le condizioni che predispongono al rigurgito/insufficienza delle valvole cardiache includono patologie congenite o preesistenti delle valvole cardiache, malattie del tessuto connettivo (ad esempio la sindrome di Marfan e la sindrome di Ehlers-Danlos), la sindrome di Turner, la malattia di Behçet’s, l’ipertensione, l’artrite reumatoide e l’endocardite infettiva“.

Alla luce di tali considerazioni, Aifa chiarisce che “Nei pazienti a rischio di rigurgito/insufficienza delle valvole cardiache, i fluorochinoloni per uso sistemico e inalatorio devono essere utilizzati solo dopo attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio e dopo aver preso in considerazione altre opzioni terapeutiche“, aggiungendo che “I pazienti devono essere avvisati di rivolgersi immediatamente al medico in caso di dispnea acuta, insorgenza de novo di palpitazioni, o comparsa di edema addominale o degli arti inferiori“.

La recente nota dell’Agenzia fa seguito a quella pubblicata a ottobre 2018, nella quale si leggeva che i fluorochinoloni “devono essere usati solo dopo attenta valutazione dei possibili benefici rispetto ai rischi, inclusi quelli di aneurisma e di dissezione dell’aorta“.

Fondamentale è la segnalazione di eventuali effetti avversi, conclude Aifa: “in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale“.