I generici di fascia C faticano a imporsi per scarsa informazione

medico e pazienteL’ingresso dei farmaci generici nel mercato italiano procede a due velocità distinte: mentre aumenta la quota di mercato dei farmaci generici di fascia A, rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale, si registrano quote di mercato mediamente più basse per i generici di fascia C, a totale carico del paziente. Nel 2013, infatti, a fronte di un incremento del mercato nei generici di fascia A del 14%, il mercato dei generici di fascia C è rimasto invariato, registrando un leggero aumento dello 0,9% (fonte Ims Health).
Nei primi nove mesi del 2013, la spesa dei farmaci acquistati a carico del cittadino è stata pari a 4.937 milioni di euro, composta soprattutto dai farmaci di classe C con obbligo di ricetta (11,5%). Sempre in riferimento alla classe C con ricetta medica, la spesa sostenuta dai cittadini dal 2009 al 2013, è diminuita del 6% mentre il totale della spesa privata – che comprende anche compartecipazione, acquisto privato di fascia A e automedicazione – è aumentato del 15%, secondo il rapporto Osmed, nonostante l’ingresso di numerosi farmaci generici in conseguenza della scadenza dei brevetti.
Con l’obiettivo di analizzare questa situazione e capire quali sono i limiti alla diffusione dei generici in fascia C, Doc Generici ha organizzato un momento di confronto che ha coinvolto medici e istituzioni. Dall’incontro è emerso che l’elemento chiave che non permette una maggiore diffusione dei generici in fascia C, e un conseguente risparmio per i cittadini, è la mancanza di informazione.
“La Regione Lombardia si è posta come obiettivo il raggiungimento del 70% dei farmaci generici”, dichiara Stefano Carugo, consigliere regionale Lombardia. “I generici rappresentano un’opportunità di risparmio”, continua Carugo, “per poi poter reinvestire le risorse in altri settori sociosanitari. Bisogna, quindi, sviluppare una cultura del generico, soprattutto di quelli di qualità”.
“La diffusione dei farmaci generici,” sottolinea Claudio Cricelli, presidente di Simg – Società Italiana Medicina Generale, “anche nella fascia a carico dei cittadini, rappresenta un’occasione di risparmio complessivo della spesa che grava sui cittadini stessi. Un’opportunità”, continua Cricelli, “per ottimizzare i costi soprattutto in un periodo di crisi economica come questo”.
All’incontro ha partecipato anche Claudio Marrapese, avvocato specializzato nel settore farmaceutico regolatorio, che si è soffermato sui vincoli di legge che impediscono di informare i pazienti sulle differenze di prezzo dei farmaci. “La legge attuale non permette l’informazione sui prezzi, perché l’annovera nel contesto della pubblicità che, sui prodotti soggetti a prescrizione non è permessa”, dichiara Marrapese. “Bisognerebbe però distinguere l‘attività di pubblicità dei farmaci soggetti a ricetta medica, intesa come pratica di marketing vietata dal codice dei medicinali”, sostiene Marrapese, “dalla mera informazione aziendale intesa a diffondere la pubblicazione dei prezzi dei medicinali soggetti a ricetta medica quale attività di trasparenza consentita dal codice dei medicinali”.