Nel 2021 i farmaci generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato a confezioni delle farmacie territoriali (che è di 1,7 miliardi di pezzi), con una crescita dello 0,1%. La percentuale del mercato a valori si attesta al 14,81%, corrispondente a un incremento dello 0,3% (36,76% brand a brevetto scaduto e 48,43% farmaci esclusivi, protetti o senza generico corrispondente).

Per quanto riguarda il segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto, i generici-equivalenti ne assorbono il 30%, contro il 70% detenuto dai brand a brevetto scaduto (23% e 77% a valore). Sono i dati centrali emersi dal Report annuale pubblicato da Egualia, l’associazione italiana dei produttori di generici, biosimilari e Value Added Medicines. Il documenta riporta un’analisi completa del mercato italiano dei farmaci generici-equivalenti relativa al 2021, indagando in dettaglio i consumi secondo diversi parametri a partire dai dati Iqvia.

Le differenze con l’Europa

Come si può osservare dall’analisi dei dati proposta da report, il mercato nel 2021 è stato un po’ stagnante ed è ancora lontano dai valori che si registrano negli altri Paesi dell’Unione. «In Europa in media il 67% dei medicinali dispensati in farmacia sono generici, con delle punte in Paesi come Germania, Regno Unito e Polonia, per citare tre esempi molto diversi tra loro, dove si supera l’80% – chiarisce a tal proposito Michele Uda, direttore generale di Egualia – In Francia e Spagna si raggiunge il 40-45%, mentre l’Italia, insieme alla Grecia, è in coda alle classifiche.

I motivi di tale divario sono diversi. Alcuni contingenti, in parte legati alla pandemia, altri più radicati e derivanti da un problema culturale di fondo che ancora permane. Quest’ultimo è testimoniato dal fatto che i cittadini nel 2021 hanno speso di tasca propria oltre un miliardo di euro di differenziale di prezzo per ritirare in farmacia il brand off-patent, più costoso, invece del generico-equivalente, a minor costo, interamente rimborsato dal Servizio sanitario nazionale».

Una funzione da recuperare

Per quanto riguarda la scelta del medicinale, un ruolo chiave in ambito di informazione può essere svolto dal farmacista, non solo per quanto riguarda il differenziale di ticket dei prodotti rimborsati dal Ssn, ma anche per i farmaci di fascia C e di automedicazione, dove il cittadino spende di tasca propria e le differenze di prezzo sono notevoli, ammontando a volte anche al 40% in meno. «In questo ambito c’è ampio margine di miglioramento, come dimostrano i dati rilevati – commenta il direttore generale di Egualia – Forse i farmacisti negli ultimi tempi hanno ridotto il loro impegno su quest’opera di alfabetizzazione sui farmaci equivalenti, anche perché si sono trovati ad affrontare molti problemi contingenti. Sarebbe utile però che recuperassero questa loro funzione distintiva e preziosa, magari a partire dalla fascia C e dall’Otc» suggerisce.

Leggi l’intervista completa a Michele Uda e l’approfondimento dedicato al Report Egualia su Farmacia News di ottobre!