Griglia Lea: il Ministero ha pubblicato i dati definitivi relativi al 2019

Il Ministero della Salute ha pubblicato i dati definitivi sul monitoraggio dei Lea per il 2019, rilevati per mezzo dell’analisi degli adempimenti attraverso la così detta Griglia Lea. Le performance migliori sono state quelle di Veneto, Toscana ed Emilia Romagna; male Bolzano, Molise, Calabria e Sardegna

Sono stati pubblicati dal Ministero della Salute i dati definitivi relativi al monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), rilevati attraverso la “Griglia Lea”. «Nello specifico” – si legge nel rapporto ministeriale – la certificazione dell’adempimento relativo all’area “mantenimento nell’erogazione dei Lea” avviene attraverso l’utilizzo di un definito set di indicatori ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera, raccolti in una griglia (cd. Griglia Lea) che consente di conoscere e cogliere nell’insieme le diversità ed il disomogeneo livello di erogazione dei livelli di assistenza».

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La griglia LEA

Annualmente il set di indicatori è soggetto a revisione da parte di un gruppo di esperti che, sulla base di provvedimenti, documenti programmatici istituzionali nazionali e internazionali, progetti di ricerca sanitaria nonché esperienza degli anni precedenti, lavora al fine di aggiornarli. Il panel di esperti, composto da tecnici operanti sui tre livelli di assistenza, valuta l’affidabilità, la significatività e la rilevanza dei singoli indicatori e ne propone al Comitato Lea l’eventuale conferma, modifica o sostituzione da un anno all’altro. La flessibilità della griglia è quello che garantisce la possibilità di intercettare aspetti via via più rilevanti per quanto concerne l’erogazione dei Lea.

Gli indicatori della griglia considerati per il 2019 sono stati 21, raggruppati in tre macro-categorie: assistenza collettiva, distrettuale, ospedaliera. Per ciascun indicatore sono stati associati dei punteggi. Complessivamente sono state ritenute adempienti quelle Regioni che hanno ottenuto un risultato finale con punteggio pari o superiore a 160; inadempienti quelle con valore superiore a 140, o compreso tra 140 e 160 e almeno un indicatore critico.

Il valore soglia e le performance migliori

Nel 2019 a superare la soglia di 160 sono state 17 Regioni. Nello specifico:

  • 10 hanno superato quota 200: Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lazio;
  • 7 hanno raggiunto un punteggio compreso tra 160 e 200: Puglia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Basilicata, Campania e Valle d’Aosta.

Inadempienti invece quattro Regioni, che si sono collocate ‘sotto-soglia’: si è trattato della Provincia Autonoma di Bolzano, di Molise, Calabria e Sardegna. Le Regioni che hanno riscontrato un cattivo andamento sono sottoposte ai Piani di Rientro e dovranno pertanto superare le criticità rilevate su alcune aree dell’assistenza tra cui quelle degli screening, della prevenzione veterinaria, dell’assistenza agli anziani ed ai disabili.

L’analisi dell’andamento 2012-2019

L’analisi del trend negli anni 2012-2019 ha evidenziato un miglioramento significativo nei punteggi medi raggiunti, passati da 166 nel 2012 a 193 nel 2019. L’analisi ha considerato sia le Regioni in piano di rientro che quelle non in piano di rientro. Nelle prime il punteggio nel periodo considerato è passato da 149 a 174, mentre nel secondo gruppo da 183 a 208.

«Tuttavia, nell’anno 2019, si rileva una lieve flessione dei punteggi medi rispetto all’anno 2018 del 2,4% e del 4,3%, rispettivamente per le regioni non in Piano di rientro e in Piano di rientro» si legge ancora nel documento ministeriale.