I cambiamenti del pH vaginale in relazione all’età, l’insorgenza di disbiosi vaginale. Sono elementi da prendere in considerazione quando si consiglia alla paziente/cliente un detergente intimo

In età fertile la salute e l’integrità dell’apparato riproduttivo femminile sono regolate dalla cosiddetta flora vaginale, rappresentata essenzialmente in prevalenza (circa il 90%) da un nutrito gruppo di lattobacilli (i lattobacilli di DÖderlein). Essi formano un film di rivestimento sulla mucosa vaginale in grado di proteggerla dall’attacco di patogeni di origine batterica, micotica e virale. L’acidità è assicurata dalla loro capacità di fermentare il glicogeno ad acido lattico, il quale contribuisce al mantenimento del pH acido (4- 4.5).

Il numero e la vitalità dei lattobacilli sono legati, comunque, agli alti livelli di estrogeni. Per questo in menopausa, con il loro calo fisiologico, si ha un drastico innalzamento del pH, che si sposta su valori leggermente acidi/neutri (6-7).

La disbiosi vaginale

In virtù della diminuzione dei lattobacilli si realizza un innalzamento del pH, che favorisce lo sviluppo di microrganismi e la proliferazione dei patogeni. In tal caso la funzione barriera, assicurata dalla flora vaginale, viene meno. Ciò accade, soprattutto, in seguito all’uso di antibiotici, di contraccettivi orali, in caso di stress o di disturbi ormonali. Gli antibiotici, in particolare, distruggono la flora batterica, non solo a livello intestinale, ma anche vaginale.

Un’altra possibilità è la contaminazione con il partner o con i batteri fecali, responsabili di vaginiti e di cistiti ricorrenti. Talvolta può essere anche l’uso di una lavanda a causare la risalita dei germi verso il collo dell’utero. Lo stress fa la sua parte producendo un calo delle difese immunitarie. Umidità e sudore, a causa per esempio dell’uso di biancheria sintetica, di assorbenti non traspiranti o di pannoloni sintetici, favoriscono l’occlusione, bloccano la traspirazione e facilitano la crescita fungina.

La disbiosi vaginale favorisce l’insorgenza di irritazioni, di arrossamenti, di pruriti, fino ad arrivare a sanguinamenti, infezioni batteriche e fungine, cistiti. In questi casi si consiglia l’uso di biancheria in cotone, lino e seta, di assorbenti e di pannoloni in cotone.

La scelta del detergente

Scegliere il detergente intimo più adatto è fondamentale per garantire anche una corretta idratazione della mucosa vaginale, talvolta minacciata sia da una detersione troppo frequente e aggressiva, sia dalla depilazione. Esistono due categorie.

detergenti intimi a pH acido (3,5-4,5) si usano in età fertile, in gravidanza, nel puerperio e in ambienti caldo-umidi (per esempio piscina, palestra, sauna, spiaggia etc.) per mantenere il pH fisiologico e per scongiurare la possibilità di infezioni. Durante l’età fertile vi sono comunque situazioni specifiche (ad esempio presenza di irritazioni, di patologie come l’endometriosi o l’uso di contraccettivi) che necessitano di una detersione più delicata.

I detergenti intimi a pH neutro (7.0) si usano in caso di irritazione, di bruciore e di prurito, in menopausa e in terapia ormonale sostitutiva. Si tratta di formulazioni delicate, emollienti e lenitive.