Il farmacista e il web, le due fonti per un “primo soccorso”

Siamo di fronte a due situazioni “uguali e contrarie”. Da una parte il consiglio del farmacista, dall’altra il web.

Di fronte a una malattia, soprattutto nell’ambito dell’autocura, i consumatori scelgono 2 strade. Il consumatore “tradizionale” sceglie il rapporto diretto con il farmacista. Qui poco da aggiungere. L’approccio è noto. Il consumatore “evoluto” e indipendente ricerca, invece, il consiglio sul web.

“Dottor Internet”, una parola per indicare un fenomeno in forte espansione: la risoluzione dei problemi di salute online, o perlomeno il tentativo di farlo. Fenomeno che sta prendendo sempre più piede oggi, nella società moderna, grazie anche al forte cambiamento nella relazione degli utenti e internet. Si determina l’abitudine di affrontare autonomamente i piccoli problemi di salute che possono presentarsi. È un comportamento già molto diffuso all’estero e in crescita costante in Italia.

Basta un click per evitare file interminabili dal medico e liste d’attese sempre più lunghe. Ma qual è il motivo principale di questo avvenimento?  Si può attribuire un ruolo in questo processo sia alla crisi economica sia alla vita frenetica che i più conducono! La prima, infatti, rende impossibile il ricorso a visite specialistiche a causa dei costi, spesso poco accessibili, e alle interminabili liste d’attesa (costi per i quali comunque si pagano le tasse a cui non corrisponde la qualità sperata). La seconda riguarda la mancanza cronica di tempo da dedicare a sé stessi. Le giornate sono dei veri e propri percorsi di sopravvivenza e pertanto il “fai da te” diventa una soluzione utile.

Alla luce di queste considerazioni è necessario specificare che la professionalità e il rapporto diretto tra professionista e paziente /consumatore non hanno prezzo!

Come conciliare allora due mondi così apparentemente lontani? È fondamentale capire che l’informazione sul web non va a discapito del parere dell’esperto. Gioca un ruolo sinergico di approfondimento del contesto, aiuta a dare informazioni aggiuntive, per esempio, sugli stili di vita, sul benessere della persona affetta da quella ben definita patologia, fornisce consigli di vita quotidiana e così via… Questa è la chiave di lettura con la quale il binomio può e deve reggersi. Nessun “tiro alla fune”, quindi, tra due parti contrapposte, ma una direzione univoca da prendere seppur con strumenti differenti.