Come si è trasformata la farmacia durante la pandemia? Come potranno essere configurati la figura del farmacista e il ruolo della farmacia nel post-Covid? A queste domande ha provato a rispondere il dottor Francesco Carlo Gamaleri, farmacista territoriale e Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Milano, Lodi, Monza e Brianza, nell’ambito dell’incontro “Il futuro della tutela della salute sul territorio: il punto di vista di FOFI tra dematerializzazione e continuità di accesso al farmaco”, tenutosi in occasione della seconda edizione di Retail4Pharma, evento organizzato da IKN Italy e Retail Institute Italy.

«Io non parlerei di farmacia pre- o post-pandemia – ha chiarito il dottor Gamaleri – Abbiamo assistito a una vera rivoluzione nel momento in cui i farmacisti si sono messi a disposizione dei cittadini per la profilassi vaccinale secondo le disposizioni di legge. Un atto sanitario che ha cambiato il collocamento del farmacista nella percezione sia del paziente sia di amministratori e autorità sanitarie. Non solo: sottolineerei anche che questa nuova competenza ha ridefinito i termini di consapevolezza professionale dello stesso farmacista. Insomma, uno spartiacque nell’evoluzione storica professionale nel nostro paese. Rispetto al modello della Farmacia dei servizi, fortemente voluto con lungimiranza dalla Federazione nel lontano 2006 e strutturato dalla Legge 69/2009 e dal Dlgs 153/2009, abbiamo potuto dimostrare di essere dei professionisti capaci di formarsi e di evolvere rispetto a una progettualità coerente ai bisogni della popolazione».

Un evoluzione imprescindibile

Digitalizzazione, siti web, consegne a domicilio: anche questi sono tutti elementi che hanno contraddistinto, più in generale, un’evoluzione del ruolo del farmacista, per stare al passo con le nuove richieste del paziente. Senza dimenticare, però, il fulcro di tutto questo nuovo sistema. «La tutela della salute è la bussola attorno alla quale tutto deve ruotare verso lo sviluppo di un nuovo sistema farmacia, all’avanguardia, informatizzato, pratico – aggiunge il farmacista – Non si deve perdere di vista mai il paziente e la sua esigenza di salute. Non a caso Fofi, in questi termini, si contraddistingue per una grande visione prospettica della salute dei cittadini e della continuità di accesso al farmaco. Tutto il resto è satellitare».

Secondo Gamaleri, «la farmacia sta evolvendo per migliorare sempre di più la qualità del servizio offerto al paziente che, grazie alle innovazioni, può restare in dialogo costante con l’operatore sanitario attraverso la relazione quotidiana al banco, ma anche attraverso il Fse, e magari, un domani, anche con dispositivi indossabili o dotati di intelligenza artificiale».

Non solo dispensazione

Si tratta, dunque, di una farmacia che non si stanca di evolvere, che vuole perseguire obiettivi strategici, partendo sempre dalla tutela della salute pubblica. «Siamo certamente consapevoli che la sola dispensazione del farmaco è ormai parte della storia. La Farmacia e il servizio Farmaceutico si sviluppano negli anni seguendo le esigenze dell’assistenza socio-sanitaria a beneficio del singolo paziente e della collettività.

Oggi la farmacia di comunità in Europa, oltre ad impegnarsi a garantire l’accessibilità al farmaco, è anche Farmacia dei servizi, in modelli di assistenza collaborativa interprofessionale avanzata. I farmacisti dispensano certamente medicinali, ma anche interviste strutturate, fornendo servizi cognitivi avanzati ai pazienti. Mai dimenticare che, per esplicare il proprio effetto, il medicinale deve essere assunto correttamente (non sempre così scontato), ma soprattutto deve essere utilizzato nei modi (aderenza terapeutica) e nei tempi prescritti (persistenza terapeutica). La necessità della presa in carico individualizzata dei pazienti, in particolare di coloro che sono affetti da patologie croniche, costituisce quindi un’esigenza reale per raggiungere traguardi di salute nella popolazione, lungi dall’essere prassi sganciata dalla realtà; senza contare la necessaria attenzione verso la farmacovigilanza e la farmacoeconomia» ha concluso il dottor Gamaleri.