Il passaggio generazionale in farmacia

Il passaggio generazionale in un’azienda è un tema sempre di grande attualità. Ancora di più in un momento così complesso e di discontinuità quale quello che stiamo vivendo per effetto della pandemia da Covid-19

Il periodo di forte incertezza e di brusco cambiamento che le imprese stanno vivendo interessa anche le farmacie. L’emergenza pandemica ha indotto molti titolari di farmacia a riflettere con maggior consapevolezza circa le strategie da adottare per salvaguardare il valore dell’azienda e assicurarne la sopravvivenza nella generazione successiva, contemperando l’obiettivo di salvaguardare la competitività dell’impresa farmaceutica con quello di garantire gli equilibri all’interno della famiglia.
Per ogni farmacia è necessario adottare alcune strategie affinché il passaggio generazionale non impatti negativamente, anzi diventi un’opportunità di trasferimento, non solo di quote e/o ruoli, anche di know-how e di valori. Se gestito con consapevolezza e lungimiranza, il momento successorio nella farmacia può rappresentare un’importante opportunità di rilancio per la stessa, in un’ottica più moderna e innovativa.

Affiancamento generazionale

Il passaggio generazionale dovrebbe essere gestito, dunque, non come un evento, ma come un processo, che coinvolge temi legati alla proprietà, al governo e alla gestione dell’azienda e si articola in varie fasi, interessando generalmente tutta la struttura aziendale. Per questo, più che di passaggio generazionale, si dovrebbe parlare di affiancamento generazionale. Uno dei passaggi essenziali al fine di garantire la riuscita del passaggio generazionale di una farmacia consiste nello scollegare la vita dell’azienda dal ciclo di vita del titolare, per evitare che l’età, la modifica di obiettivi, motivazioni, aspirazioni e il bisogno di stabilità influisca negativamente sulla performance aziendale. Infatti, la farmacia è immersa in uno scenario competitivo complesso e mutevole e ha bisogno di innovazione, di continui cambiamenti per adattarsi al contesto esterno e di sempre nuovi investimenti per vincere la sfida della competitività.

Il passaggio generazionale si complica quando (come spesso accade) l’impresa farmaceutica è di tipo familiare. In questo caso, infatti, spesso il titolare della farmacia tende a ritenere che le fortune dell’azienda siano necessariamente legate ai propri criteri di gestione e al proprio stile, da perpetuare attraverso i figli, i quali a loro volta possono avere idee o temperamenti molto diversi. Quindi, può nascere un conflitto che assume due aspetti, manageriale e psicologico. Spesso il modello operativo tipico della farmacia italiana è ritagliato sulla persona del suo titolare. Questi vive spesso la farmacia come una creazione propria e, pur essendo consapevole della necessità di adeguamento ed evoluzione della farmacia, è restio a lasciare il comando alle nuove generazioni. Pertanto, il passaggio delle consegne diviene difficoltoso da gestire.

Il processo di successione

Qualsiasi processo di successione di un soggetto titolare di farmacia (sia esso persona fisica o giuridica) dovrebbe rispondere a tre esigenze primarie:

  • garantire la continuità dell’azienda farmaceutica, attraverso una nuova leadership che assicuri una buona gestione imprenditoriale e produca risultati positivi;
  • garantire soluzioni eque dal punto di vista patrimoniale tra gli eredi, tenuto conto non soltanto del valore dell’azienda-farmacia, ma anche di altri beni patrimoniali;
  • ridurre il più possibile i rischi di lite tra i familiari della nuova generazione.

Queste esigenze possono essere difficilmente soddisfatte dalla rigidità dei tradizionali strumenti successori, i quali scontano gravi limiti.
In mancanza di un testamento, la successione è regolata dal Codice civile, in base alle norme sulla cosiddetta “successione legittima”. Si tratta di una serie di complessi criteri che individuano i soggetti aventi diritto all’eredità e le quote spettanti a ciascuno di essi. In presenza di una pluralità di eredi si forma una comunione ereditaria, che dovrà essere divisa tra gli eredi stessi, attribuendo a ciascuno alcuni beni presenti nel patrimonio della persona scomparsa e, pertanto, in questo caso, principalmente la farmacia che, nella maggior parte dei casi, costituisce il cespite più importante. Agli eredi cui non venga attribuita la farmacia spetteranno i relativi conguagli.

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