Istituito dal Ministero della Salute nel 2019 su base volontaria, diverrà obbligatorio per medici e strutture sanitarie dal 2023. Si tratta di uno strumento volto a garantire tracciabilità delle protesi e quindi maggiore sicurezza ai pazienti. Impiantate in Italia ogni anno 42 mila protesi; vendute 55mila. Il 37% viene impiantato per ragioni ricostruttive, il 63% per motivi estetici

Le protesi mammarie sono i dispositivi più utilizzati nella chirurgia estetica e ricostruttiva. A livello globale si stima che 35 milioni di persone abbiano impiantato una protesi mammaria, con la mastoplastica additiva che rappresenta il 16% di tutti gli interventi di chirurgia plastica a livello globale; la ricostruzione mammaria viene effettuata attraverso l’impianto protesico nell’80% dei casi.

La situazione italiana

In Italia in media vengono impiantate 42mila protesi mammarie l’anno e 55 mila sono quelle annualmente vendute. Gli interventi vengono effettuati nel 37% per finalità ricostruttiva e per il 63% per ragioni estetiche.

Il Registro nazionale degli impianti protesici mammari, rappresentando uno strumento di tracciamento delle protesi, è garanzia di maggiore sicurezza per i pazienti; una sicurezza garantita anche da una vigilanza del mercato e dal monitoraggio clinico del paziente. Nel 2019, il Ministero della Salute ha istituito il registro nazionale su base volontaria per migliorare il controllo su questi dispositivi. Dal 2023 invece, il registro diventerà obbligatorio.

Nel rispetto della privacy il registro sarà utile a: tracciare tutte le protesi; orientare la ricerca; rendere le protesi sempre più biocompatibili; migliorare la sicurezza del paziente.

Uno strumento per la sicurezza dei pazienti

«Il registro nazionale è uno strumento importante per la sicurezza delle pazienti oltre a rendere disponibili dati utili alla comunità scientifica e a produrre dispositivi più performanti» ha sostenuto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in apertura dei lavori dell’evento di presentazione del Registro nazionale degli impianti protesici mammari (RNPM) istituito dal Ministero, che sta diventando obbligatorio per tutti i chirurghi che impiantano o rimuovono protesi mammarie in Italia. All’evento promosso dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, hanno partecipato società scientifiche, esperti nazionali e internazionali, associazioni di pazienti, rappresentanti delle Regioni e Province autonome, operatori del settore.

«Per le sue peculiarità – ha aggiunto il Ministro – il Registro italiano rappresenta uno strumento di vigilanza e sorveglianza unico nel panorama internazionale: garantisce la raccolta di dati reali sulle protesi impiantate e rimosse; la tracciabilità di ogni protesi mammaria disponibile in Italia, anche non impiantata; la gestione del Registro da parte di una Autorità competente, quale il Ministero della Salute, a garanzia di indipendenza nella raccolta e nella lettura dei dati».

Per un approfondimento della conoscenza e miglioramento delle cure

«La collaborazione tra i tecnici normatori del Ministero della Salute e i tecnici ricercatori dell’Istituto superiore di sanità ha permesso il Registro per le protesi mammarie. Una svolta in termini di sicurezza delle cure e qualità della vita nonché di approfondimento della conoscenza, elemento chiave per far progredire le cure» ha messo in luce, infine, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.