Integratori, un mercato in crescita

Lo scorso anno è stato registrato un aumento del 3,2% rispetto al 2019, con un boom degli acquisti online. Il farmacista si conferma fondamentale per orientare il consumatore nella scelta del prodotto adatto

Da sempre gli integratori fanno rima con salute, benessere, prevenzione, concetti portati alla ribalta proprio dalla pandemia. Non a caso, secondo l’indagine realizzata da New Line per conto di Integratori Italia lo scorso aprile, il mercato di questi prodotti nel nostro Paese non solo sembra tenere, registra un segno più. Nel complesso, considerando farmacia, parafarmacia, relativi e-commerce e grande distribuzione, si nota, infatti, nel 2020 rispetto al 2019, una crescita del 3,2%, con relativo aumento del volume del 2,1%.

Una vera e propria impennata ha investito, invece, la vendita online, con una crescita che si attesta all’87,5%. Tuttavia, le farmacie sono rimaste i canali privilegiati di vendita, rappresentando il 77% del valore totale, con un fatturato complessivo che ammonta a quasi tre miliardi di euro, con un più 0,2% rispetto al 2019.

Integratori

Un dato confermato anche da una recente ricerca di Doxafarma, secondo la quale gli integratori figurano al secondo posto per importanza, dopo i farmaci da banco, in tutte le tipologie di farmacia individuate, da quella tradizionale a quella specializzata nel consiglio, da quella cooperativa al modello drugstore. Dopo le farmacie, al secondo posto si collocano le parafarmacie, con un valore di 342 milioni di euro e un calo del 2%. Al terzo posto c’è poi la grande distribuzione, ovvero supermarket e ipermercati, con un valore di 269 milioni di euro e una diminuzione dello 0,4%.

Per quanto riguarda, nello specifico, la tipologia di integratori consumati, in farmacia si osserva, per effetto della pandemia, un aumento dei preparati per sostenere le difese immunitarie (68%), seguito da quello di vitamine (47%) e di prodotti per migliorare il riposo notturno e il benessere mentale, contrastando ansia e stress (23,5%). Secondo i dati di Iqvia, presentati nel corso dell’assemblea associativa di Federsalus, svoltasi nel dicembre 2020,  durante l’emergenza sanitaria è stata registrata la flessione di alcune categorie di integratori, come i probiotici e i prodotti per le articolazioni, che hanno probabilmente risentito del fatto che i consumatori hanno avuto minori possibilità di accesso allo studio del medico, una figura importante nel promuovere il loro impiego.

Attenzione e consapevolezza

A descrivere il fronte del consumatore è la ricerca Benessere e sostenibilità pubblicata a maggio e condotta da Eumetra, che ha coinvolto 3mila persone. Dall’analisi è emerso che il 50% della popolazione fa uso di integratori, spesso o qualche volta. Tra i principali fruitori, giovani tra i 18 e i 25 anni, soprattutto donne, che risiedono perlopiù nelle grandi città (con oltre 100mila abitanti), benestanti e con un elevato livello di istruzione.

Un’altra indagine, realizzata da Kantar sempre per conto di Integratori Italia in maggio, evidenzia che, sul totale degli attuali consumatori di integratori, l’88% li assumeva anche in epoca pre-Covid e il 12% ha iniziato a utilizzarli durante la pandemia. Se i primi hanno mostrato, nel periodo pandemico, una maggiore regolarità nell’assunzione e hanno esteso la loro abitudine anche ad altri componenti della famiglia, i secondi hanno puntato, invece, molto sulla prevenzione, dimostrandosi anche molto attenti agli ingredienti contenuti nei prodotti.

«Lo studio tratteggia in modo chiaro le caratteristiche degli acquirenti», commenta Alessandro Golinelli, presidente di Integratori Italia, «che percepiscono gli integratori come complementari, non sostitutivi, rispetto a una alimentazione sana ed equilibrata e a un corretto stile di vita». Inoltre, se alcuni consumatori hanno la brutta abitudine di optare per il fai- da-te, molti seguono, invece, il consiglio del medico, di medicina generale o specialista, oppure del farmacista.