Il progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione è un fenomeno che necessita di risposte mirate e urgenti. L’Italia è tra i primi Paesi per longevità in Europa, ma si inserisce in una posizione molto meno vantaggiosa rispetto all’aspettativa di vita in buona salute a causa di scarsa qualità di vita negli ultimi anni, forti differenze regionali tra Nord e Sud del Paese e un numero crescente di cronicità. Il tutto in un periodo storico caratterizzato da risorse limitate.
In questo contesto dunque, il potenziamento della prevenzione rappresenta una scelta essenziale per la salute oltre che necessaria per la sostenibilità del SSN. Nonostante la sua rilevanza, la vaccinazione nell’anziano risulta ad oggi carente e molto al di sotto degli obiettivi indicati dallo stesso Piano Vaccinale 2023-2025.
A tale ultimo riguardo, l’estensione della vaccinazione alle farmacie e la stretta collaborazione tra i presidi e i medici di medicina generale, in particolare nelle realtà più isolate del paese, rappresenta una incredibile opportunità per potenziare l’aderenza alla vaccinazione. Grazie alla loro autorevolezza e al legame di fiducia che lega queste figure ai cittadini, medico e farmacista possono incidere in modo significativo diventando promotori di prevenzione.
La vaccinazione, una cruciale strategia di prevenzione
La vaccinazione rappresenta una delle più potenti strategie di prevenzione: Tuttavia, se la stessa ha raggiunto ormai coperture quasi totali (94-96%) nell’infanzia, è ancora ben al di sotto dei livelli ottimali nell’adulto e, in particolare, nell’anziano.
Da questa consapevolezza ha preso il via il documento di posizione “Verso un nuovo modello di prevenzione vaccinale nell’anziano. Proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa” presentato da HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo nel corso dell’Assise Nazionale sulla Prevenzione delle Malattie Infettive nell’Anziano ospitata il 2 luglio scorso a Roma presso l’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani.
Il documento
Partendo da un’analisi delle criticità relative a tre dimensioni fondamentali – quella economica, quella scientifica e quella organizzativa – il documento, frutto di un confronto con il Coordinamento Interregionale Prevenzione e attori chiave direttamente coinvolti nell’organizzazione, gestione e monitoraggio dei programmi vaccinali, propone soluzioni volte a rendere il sistema più vicino ai bisogni reali della popolazione over65.
«Oggi serve una visione chiara e coerente che permetta agli anziani di vivere più a lungo, ma soprattutto in buona salute. La vaccinazione è uno strumento formidabile per prevenire malattie infettive, ridurre il carico di morbosità e mortalità, limitare le ospedalizzazioni e preservare l’autonomia dei soggetti, oltre a consentire al sistema sanitario di allocare in modo più efficiente le proprie risorse. Ma le coperture sono ancora troppo basse e la frammentazione organizzativa crea disuguaglianze inaccettabili» ha dichiarato Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing.
La dimensione economica
Da un punto di vista economico, la vaccinazione viene spesso concepita come una voce di costo e non come un investimento, anche perché, in alcuni casi, il ritorno potrebbe protrarsi nel tempo. Eppure, si stima che, con riguardo ad alcune vaccinazioni, per ogni euro investito in vaccinazione ci sarebbe un ritorno di addirittura 14-19 euro in termini di costi evitati; al contrario l’insufficiente copertura vaccinale degli adulti e, in particolare, degli anziani, porta con sé costi diretti e indiretti enormi. Basti pensare ad una perdita annua di gettito fiscale pari a 610 milioni di euro piuttosto che a costi sociali pari a 3,1 miliardi o ancora a risorse perse in termini di PIL fino a 10,8 miliardi di euro.
Del resto, in soli 3 giorni al letto un anziano perde mediamente un chilo di massa muscolare, con conseguenze drammatiche sulla sua autonomia funzionale.
Tra le proposte del documento c’è innanzitutto quella di innalzare la quota di investimento del FSN in prevenzione, portandolo dal 5% al 7% e vincolando parte dei fondi alla vaccinazione; affiancare alle decisioni di programmazione vaccinale dei modelli di costo-efficacia e impatto sul SSN; integrare nei documenti di programmazione e nei bilanci sanitari dati relativi agli effetti della prevenzione in termini di salute, produttività e benessere.
La dimensione scientifica
«Sotto il profilo scientifico, il principale limite è rappresentato dal mancato aggiornamento tempestivo del Calendario Vaccinale del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale – PNPV, che non riflette le attuali evidenze scientifiche né l’evoluzione del panorama epidemiologico – ha proseguito Conversano – Ne derivano disomogeneità applicative tra Regioni, incertezze operative e un ritardo nell’integrazione delle innovazioni, come i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), nei percorsi di offerta per la popolazione anziana».
Alla luce di quanto sopra, il documento suggerisce un aggiornamento del calendario nazionale con un allineamento tra raccomandazioni e attuazione; una Circolare Ministeriale annuale di aggiornamento relativa alla vaccinazione antinfluenzale, anti-Covid-19 nonché a quella relativa all’Herpes Zoster, con la raccomandazione di garantire equità territoriale in termini di offerta.
Un ulteriore elemento da considerare è poi l’appropriatezza nell’uso dei vaccini, tenendo conto dello stato di salute, dell’età e della condizione immunologica dei diversi soggetti. È stata inoltre ricordata l’importanza di “destagionalizzare” le vaccinazioni, promuovendo un calendario di prevenzione distribuito su tutto l’arco dell’anno.
La dimensione organizzativa: l’importanza della prossimità
La dimensione organizzativa risulta senza dubbio la più fragile con una governance frammentata che si sposa all’assenza di una regia centrale stabile, con un’anagrafe vaccinale incompleta e ritardi nell’accesso ai dati che ostacolano pianificazione e monitoraggio. A tutto ciò si aggiunge un uso ancora marginale della chiamata attiva che rappresenta la modalità più immediata ed efficace per gli anziani che trovano spesso difficoltà nel rapportarsi ai moderni sistemi di prenotazione.
Tra le proposte, innanzitutto l’operatività di una cabina di regia nazionale e di Circolari Ministeriali con compiti di indirizzo e monitoraggio; una implementazione dell’infrastruttura digitale nonché un potenziamento degli attori coinvolti a livello territoriale nell’offerta vaccinale.
L’evento è stato organizzato con il contributo non condizionante di CSL Seqirus, GSK GlaxoSmithKline, Moderna, MSD Italia, Pfizer e Sanofi.


