La Punica granatum L. (melograno) è una pianta longeva e resistente alla siccità che appartiene alla famiglia botanica delle Punicaceae. Paesi con zone aride e semiaride sono adatte per la coltivazione di alberi di melograno, quali Iran, India e nei Paesi mediterranei come Turchia, Tunisia, Spagna e Marocco.

Il termine “melagrana” viene dal latino malum granatum, letteralmente “mela dai piccoli semi”. Ai Romani era noto come Punicum malum o Punica granatum, mela Fenicia, in quanto vi erano molti frutteti di questa specie nei pressi di Cartagine. Associato spesso a divinità differenti a seconda delle epoche, ad Afrodite al tempo dei greci, Giunone per i Romani e alla Madonna dei cattolici a partire dal medioevo, questo frutto è evidentemente perfetto per rappresentare la fertilità e l’abbondanza, perché oltre a essere bella e vigorosa, la melagrana contiene molti semi, appunto simbolo di produttività e fertilità.

Il frutto, commestibile, ha una forma esagonale arrotondata con una buccia spessa che circonda circa 600 arilli, in realtà i veri frutti, che incapsulano i semi.

Componenti principali

Attualmente, la melagrana può essere considerata un alimento funzionale poiché, oltre a fornire nutrienti, è scientificamente provato essere ricco di principi attivi con proprietà nutraceutiche responsabili di accertati effetti benefici sulle differenti funzioni dell’organismo: miglioramento della salute e del benessere umano e prevenzione verso varie patologie cronico-degenerative.

Sia il succo sia la buccia sono ricchi di polifenoli, in particolare tannini e flavonoidi, che sono alla base del potenziale farmacologico della melagrana. Tra questi, spiccano in particolare due ellagitannini che si trovano sia nel succo sia nella buccia della melagrana, la punicalagina e la punicalina.

La punicalagina è l’ellagitannino più rilevante tra i tannini idrolizzabili dai suoi glicosidi coniugati presenti, da cui si libera l’acido ellagico. Tuttavia, negli ultimi anni è stato visto sorprendentemente che, affinché possano diventare biologicamente attivi, necessitano di una biotrasformazione a livello intestinale a opera del microbiota. Esso li convertite in un tipo di sostanze denominate urolitine: di fatto, quelle che realmente vanno in circolo ed esercitano l’azione protettiva a livello cellulare.

Da notare che gli stessi studi hanno evidenziato come esistano tre fenotipi di soggetti umani, di cui uno incapace di operare questa via di biotrasformazione. Ciò dipende essenzialmente dall’adeguata composizione della flora batterica intestinale, in particolare la presenza del microrganismo del genere Gordonibacter e le sue specie urolithinfaciens e pameleae. Questo aspetto, ancora una volta, sottolinea l’importanza della composizione della nostra flora intestinale anche per aspetti che riguardano la biodisponibilità di sostanze a effetto benefico che assumiamo tramite l’alimentazione.

Proprietà antiossidanti e protettive cellulari

È dimostrato come i suoi componenti attivi abbiano potenziali effetti antiossidanti, antinfiammatori e anticancerogeni. Il succo e la buccia di melagrana hanno catechine con un’elevata attività antiossidante, con inibizione indiretta dei marcatori infiammatori, quali il fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-α). Il potenziale antiossidante del succo di melograno è superiore a quello del vino rosso e del tè verde, che viene indotto attraverso gli ellagitannini, l’acido ellagico e altri tannini idrozzabili, che poi si trasformano in urolitine.

Il succo di melagrana può ridurre lo stress ossidativo e la perossidazione lipidica. Tra i target biologici dei principi attivi per l’attività antinfiammatoria ci sono gli enzimi Cox-1 e Cox-2, bersaglio di farmaci antinfiammatori non steroidei, e anche l’interleuchina IL-1 β.

In particolare, è stato sperimentalmente appurato che gli ellagitannini prevengono l’attività del gene promotore del fattore NFκB, una delle più potenti citochine pro-infiammatorie, bloccandone la sua trascrizione e influenzando l’espressione dell’intera cascata delle citochine a carattere infiammatorio.

Protezione cardiovascolare

Come appena ricordato, il succo di melagrana è una ricca fonte di polifenoli ad alto potenziale antiossidante. Inoltre, i suoi effetti antiaterogeni, antipertensivi e antinfiammatori sono stati dimostrati in studi eseguiti sia in laboratorio sia su soggetti umani.

L’ipertensione è certamente una condizione tra le più comuni per la prevenzione a livello cardiovascolare. È stato dimostrato come la somministrazione di succo di melagrana per quattro settimane sia in grado di ridurre la pressione arteriosa. Nello specifico, il succo di melagrana previene l’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina sierica (Ace) e riduce la pressione arteriosa media.

In uno studio ben condotto, sebbene la pressione arteriosa sistolica abbia mostrato valori simili sia nel gruppo placebo sia in quello trattato, la riduzione della pressione arteriosa diastolica differiva significativamente in seguito all’assunzione di un estratto standardizzato di frazione polifenolica della melagrana.

Nelle cellule endoteliali umane in coltura e nei topi ipercolesterolemici, sia il succo di melagrana sia l’estratto del frutto in toto hanno ridotto l‘attivazione dei geni sensibili all’ossidazione e aumentato l’espressione dell’ossido nitrico sintasi endoteliale, enzima chiave nella regolazione del tono vascolare della pressione arteriosa.

Un’elevata concentrazione plasmatica di Ldl è uno dei principali fattori di rischio per l’aterosclerosi. In particolare, però, sono le modificazioni delle Ldl, tra cui l’ossidazione, la glicazione e l’aggregazione, che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo e progressione della malattia.

Uno studio pilota ha scoperto che il succo di melagrana concentrato ha diminuito l’assorbimento del colesterolo, ne ha aumentato l’escrezione fecale, ha avuto un effetto benefico sugli enzimi coinvolti nel suo metabolismo, ha ridotto significativamente le concentrazioni plasmatiche del colesterolo totale e Ldl e ha migliorato i rapporti degli indici aterogenici, quali colesterolo totale/Hdl e Ldl/Hdl. Lo studio è arrivato alla conclusione che l’elevata quantità di antiossidanti contenuta nelle melagrane è associata a una maggiore protezione vascolare.

Un altro studio ha dimostrato che il consumo di succo di melagrana per due settimane ha comportato una diminuzione della suscettibilità delle Ldl all’ossidazione e un aumento dell’attività della paraoxonasi 1 sierica (PON 1) del 20% negli esseri umani.

In un’altra ricerca compiuta negli animali da esperimento, la somministrazione di succo di melagrana per 14 settimane ha mostrato una riduzione dell’ossidazione delle Ldl da parte dei macrofagi di oltre il 90%, a causa della ridotta perossidazione lipidica cellulare e del rilascio di specie radicaliche reattive quali l’anione superossido, oltre a una riduzione del 20% di assorbimento di Ldl ossidato. Interessante è stato appurare che la dimensione delle lesioni aterosclerotiche si era ridotta del 44% dopo la somministrazione di succo di melagrana.

A livello umano, il consumo di succo di melograno ha comportato una diminuzione del 30% dello spessore intima-medio carotideo dopo un anno. L’attività sierica della paraoxonasi 1 dei pazienti dello studio ha mostrato un aumento dell’83%, mentre lo stato ossidativo basale delle lipoproteine a bassa densità (Ldl) sieriche è diminuito significativamente del 90%.

Nel complesso i risultati ottenuti da più studi sia sperimentali sia clinici hanno suggerito che l’estratto di melagrana, grazie ai suoi componenti ricchi di polifenoli, potrebbe prevenire le complicanze cardiovascolari attraverso la diminuzione delle Ldl e le sue modificazioni, l’aumento delle Hdl, la stabilità e l’attività della paraoxonasi 1 sierica e la produzione di ossido nitrico.

Effetti antitumorali

Il cancro alla prostata, dopo il cancro ai polmoni, rappresenta la seconda causa di morte per cancro maschile in tutto il mondo. Il suo progresso prima dell’insorgenza dei sintomi è lento, pertanto, gli interventi farmacologici e nutrizionali potrebbero influenzare la qualità della vita del paziente ritardandone lo sviluppo.

È stato dimostrato che i componenti bioattivi del frutto del melograno possono inibire la proliferazione delle linee cellulari di cancro alla prostata umano. Ciò potrebbe essere utilizzato nel trattamento di questo tipo di tumore perché potrebbe inibirne la crescita cellulare e indurre l’apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata, mediante l’induzione di proteine pro-apoptotiche (Bax e Bak) e alla sottoregolazione di proteine anti-apoptotiche (Bcl-xL e Bcl-2).

Inoltre, la presenza di NFκB e la vitalità cellulare delle linee cellulari di cancro alla prostata sono state inibite quando veniva utilizzato l’estratto di melagrana, perché gli ellagitannini bloccano in maniera specifica la famigerata citochina NFκB.

L’estratto di melagrana può inibire diverse vie di segnalazione, che possono essere utilizzate nel trattamento preventivo di supporto di vari tipi di cancro. Tali vie includono le protein chinasi attivate dai mitogeni (MAPK), PI3K/Akt e la solita NFκB. Infine, ostacolano le metastasi sopprimendo la produzione degli enzimi “proteine funzione” e le molecole di segnalazione che conferiscono al cancro la sua invasività, come per esempio l’inibizione dell’angiogenesi attraverso la sotto-regolazione del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF).

In conclusione, gli studi hanno evidenziato gli effetti antitumorali della melagrana e come gli estratti del frutto possano svolgere un ruolo nella chemoprevenzione per il cancro alla prostata. Comunque, altri tipi di tumore sono risultati sensibili all’azione dei suoi principi attivi e, in particolare, è stato rilevato che l’estratto di melagrana inibisce selettivamente la crescita delle cellule tumorali nel seno, nel colon e nei polmoni.

Preparazioni

Oltre al frutto consumato in toto, l’estratto di melagrana è disponibile in varie forme come succo in bottiglia (fresco o concentrato), capsule e compresse, che derivano da semi, succo fermentato, buccia, dove in genere l’estratto secco titolato dovrebbe contenere dal 20 al 40% in acido ellagico.

Interazioni farmacologiche

I benefici terapeutici della melagrana in varie malattie porterebbero a un aumento del suo consumo. Tuttavia, è importante che ciò non influisca sulla biodisponibilità orale dei farmaci. In particolare, uno studio sui microsomi epatici umani ha dimostrato l’effetto inibitorio del succo di melagrana sul CYP2CP (un gene che codifica per un enzima che metabolizza il warfarin) e l’aumento della biodisponibilità della tolbutamide (substrato del CYP2CP) nei ratti. Inoltre, si suggerisce che il melograno possa inibire il metabolismo della carbamazepina mediato dal citocromo P450-3A (CYP3A). Sono stati condotti molti studi sui diversi componenti derivati dalla melagrana, ma non sono stati segnalati effetti avversi nel dosaggio esaminato.