La campagna di prevenzione del melanoma arriva nelle scuole

campagna di prevenzione del melanoma_il sole per amico

Sta per partire nelle scuole elementari la seconda fase de “Il Sole per amico”, la campagna di prevenzione del melanoma promossa da Imi (Intergruppo Melanoma Italiano), in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e con il patrocinio del ministero della Salute e dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).

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Il melanoma è il più aggressivo tumore della pelle; la sua incidenza è più che raddoppiata negli ultimi 30 anni, in Italia sono oltre 100.000 le persone colpite e 10.000 i nuovi casi ogni anno. Importanti fattori di rischio sono l’esposizione ai raggi UV del sole e delle fonti artificiali, oltre alle scottature prese durante l’infanzia. È dunque fondamentale insegnare ai bambini fin dalla scuola elementare il modo giusto di prendere il sole. È questo l’obiettivo della campagna di prevenzione del melanoma, che coinvolgerà 130 scuole di sette regioni: Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sardegna.

Come si svolge il progetto “Il sole per amico”

Il progetto prevede l’uso di opuscoli, poster per i bimbi, ma anche un sito Web, pillole di animazioni a scopo educazionale, e un cartone con protagonista l’alieno Rey e i due fratellini Geo e Gea, le mascotte della campagna; tra le attività, che si svolgeranno da ottobre 2015 a gennaio 2016, sono previsti anche degli incontri educazionali presso gli istituti aderenti tenuti da dermatologi del Gipme (Gruppo Italiano Polidisciplinare sul Melanoma), e due concorsi sui temi della campagna di prevenzione del melanoma che metteranno in competizione le scuole coinvolte.

Le risorse educazionali per le scuole primarie sono liberamente accessibili attraverso il sito della campagna di prevenzione del melanoma.

Il melanoma

“L’obiettivo del progetto è quello di far crescere l’attenzione dell’opinione pubblica sul rischio melanoma, diffondendo la cultura della prevenzione, soprattutto tra i bambini in età scolare e le loro famiglie. Occorre infatti tenere conto dell’aumento dell’incidenza dei tumori della pelle proprio tra i più giovani.

Il melanoma è un tumore della pelle molto grave che si origina dai melanociti, le cellule dell’epidermide che hanno lo scopo di difendere la cute. Sebbene sia meno frequente rispetto ad altri tumori cutanei, il melanoma è molto più pericoloso e colpisce le fasce d’età giovanili con un tasso di mortalità piuttosto elevato. Oltre un terzo dei soggetti colpiti ha meno di 50 anni mentre il 20% dei pazienti decede.

Inoltre, è un tumore altamente metastatico anche in stadio iniziale di malattia”, ha spiegato Paola Queirolo, responsabile Oncologia Medica dell’Irccs-Aou San Martino-Ist di Genova e presidente di Imi.

 

Le terapie più moderne contro il melanoma

“Recentemente le possibilità di trattamento del melanoma sono molto cambiate: vi sono farmaci che riescono a prolungare la sopravvivenza in modo significativo, come le terapie a bersaglio molecolare, che inibiscono specifiche mutazioni geniche del tumore. Da qualche anno la ricerca oncologica si è orientata verso la cosiddetta immuno-terapia oncologica che sfrutta le difese immunitarie dell’organismo per combattere le cellule tumorali”, ha proseguito Queirolo.

 

Il ruolo fondamentale della prevenzione

“In ogni caso, il melanoma è uno dei tumori che più può essere contrastato grazie alla prevenzione primaria (basata sulla corretta esposizione al sole), e con quella secondaria (che consiste nell’autoesame della pelle per diagnosticare precocemente la malattia). L’informazione e la consapevolezza della popolazione giocano dunque un ruolo fondamentale. Per questo abbiamo deciso di promuovere la campagna “Il sole per amico”: in un linguaggio semplice e diretto, con l’aiuto di materiali cartacei e multimediali, spiegheremo ai ragazzi come esporsi al sole proteggendo la pelle e senza mettere a rischio la salute e la vita. I buoni comportamenti, come quelli di imparare a esporsi ai raggi solari nel modo giusto, si apprendono sin da piccoli, coadiuvati anche dal buon’esempio degli adulti”, ha concluso la professoressa.