Aumento dei servizi e della distribuzione per conto. Affermazione crescente della necessità di una sanità di prossimità, di cui la farmacia può rappresentare il perno centrale grazie alla sua estrema capillarità sul territorio. Esigenza di puntare su prevenzione, monitoraggio e aderenza terapeutica per il futuro. Sono alcuni dei dati emersi dall’annuale report sulla farmacia elaborato da Federfarma

L’annuale report “La Farmacia Italiana 2022”, elaborato e pubblicato da Federfarma, analizza come di consueto numeri, dati, impegno, evoluzioni che hanno interessato la farmacia nell’ultimo anno.

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, già in fase pre-Covid si stava delineando una necessaria riorganizzazione del Sistema sanitario nazionale in un’ottica di prossimità. Il Covid-19 ha poi imposto un’ulteriore repentina riorganizzazione per poter fronteggiare l’emergenza. In quel frangente, le farmacie si sono distinte sovente come unici luoghi di salute ancora aperti e accessibili e vicini al domicilio dei pazienti.

Di fatto con 19.901 presidi su tutto il territorio nazionale, comprese isole e aree più remote, le farmacie hanno in questo biennio trovato una nuova centralità, riconosciuta anche dal Governo e dal Ministero, che ha determinato una piena concretizzazione dell’auspicata Farmacia dei servizi.

I servizi sono cresciuti esponenzialmente e, anche dopo la fine dello stato di emergenza, grazie ai fondi del Pnrr, la farmacia è stata individuata come punto centrale di un Sistema sanitario nazionale che sta subendo una riorganizzazione in chiave territoriale.

Alcuni numeri

Il numero di farmacie in Italia nell’ultimo cinquantennio è raddoppiato, a fronte di una crescita della popolazione di appena il 7,1%. Delle 19.901 strutture operanti sul territorio peninsulare, oltre 7.200 sono farmacie rurali, situate in comuni o centri abitati con meno di 5 mila abitanti, che assistono una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.

Un terzo delle farmacie esistenti, quindi, opera in piccoli comuni. Di queste, 4.400 sono farmacie rurali sussidiate, cioè strutture operanti in località con meno di 3 mila abitanti, che servono complessivamente oltre 5 milioni di persone. Si tratta di farmacie che, per la loro funzione di presidio sanitario unico e indispensabile sul territorio e per il fatto di operare in zone disagiate e con bacini di utenza ridotti, ricevono un sussidio dalle Regioni. Delle farmacie rurali sussidiate, 2 mila operano in centri con meno di 1.500 abitanti e servono quasi 2 milioni di persone, in gran parte anziani.

Utenza e accessi

Gli italiani che accedono in farmacia ogni giorno sono circa 4 milioni, con un accesso medio di 200 persone per presidio. Ogni mese circa 150 cittadini soli, impossibilitati a recarsi in farmacia, contattano il numero nazionale Federfarma per avere la consegna domiciliare dei farmaci. Durante il lockdown, si è arrivati a sfiorare le 60 mila chiamate settimanali.

A livello nazionale le farmacie di turno ogni notte sono 1800: 300 nelle principali realtà cittadine e 1.500 sul territorio. Oltre l’80% dei cittadini italiani ha dichiarato di avere una farmacia di fiducia alla quale rivolgersi.

Le campagne di informazione e formazione

Numerose sono le attività che le farmacie fanno per formare e informare la cittadinanza: dal Progetto Mimosa contro la violenza sulle donne al Nastro Airc per sensibilizzare circa l’importanza della prevenzione sul tumore al seno e raccogliere fondi per la ricerca, da “In farmacia con i bambini”, che promuove la raccolta nelle farmacie di farmaci da automedicazione e prodotti per l’infanzia da donare a enti che aiutano i bambini disagiati in Italia e all’estero, a campagne di screening e prevenzione su diverse patologie.

La gestione

Il 55,6% delle farmacie è gestito da una società di farmacisti, mentre il 44,4% da un singolo farmacista. Sui circa 24 mila professionisti coinvolti, il 60% sono donne. Le farmacie impiegano circa 90 mila unità, di cui 67 mila dipendenti (tra cui 50 mila farmacisti collaboratori), ancora una volta con una presenza femminile preminente, pari al 78,6%. L’età media è di 48 anni.

Il fatturato

Il fatturato medio è composto per il 57% da farmaci con ricetta. Tale quota di fatturato è risultata in calo negli ultimi anni, soprattutto a seguito dei tagli apportati alla spesa farmaceutica convenzionata e alla diffusione dei medicinali equivalenti, che hanno prezzi più bassi rispetto a quelli coperti da brevetto.

Il calo di fatturato, nei mesi più critici dell’emergenza sanitaria, si è esteso anche al settore commerciale. Dopo il calo del 2020, il fatturato è risalito nel 2021, facendo registrare un incremento del +3,4%. I farmaci senza ricetta e il mercato commerciale hanno rappresentato nell’anno in analisi 10,5 miliardi, pari al 43,2%.

Prospettive future

Una farmacia sempre più presente e presidio centrale di riferimento a livello territoriale, che già oggi appare altamente informatizzata per fornire risposte sempre più puntuali al cittadino (basti pensare in tal senso all’adozione della ricetta elettronica o alla trasmissione degli esiti dei tamponi Covid-19) dovrà mirare a una sempre maggiore informatizzazione.

È fondamentale, a questo proposito, che venga attivato al più presto il dossier farmaceutico, nell’ambito del Fascicolo Sanitario Elettronico, per permettere alle farmacie di accedere ai dati contenuti al suo interno e inserire le informazioni su tutti i farmaci dispensati ai cittadini. In questo modo sarà possibile avere un quadro completo dell’uso dei farmaci da parte dei pazienti, individuare possibili interazioni, garantire il monitoraggio dei malati cronici e, quindi, l’aderenza alla terapia, informando tempestivamente i medici dell’andamento delle cure farmacologiche.