La medicina di precisione passa per la salute digitale

L’innovazione nel campo della cura va sempre più verso un modello di “salute digitale”, che vede le tecnologie informatiche e gli strumenti disponibili online in tempo reale su app mobili o i sensori indossabili quali i protagonisti della sanità che verrà. Sono oltre 300 mila le app per la gestione della salute e dei dati sanitari già disponibili negli app store, un dato che impressiona se si pensa che erano la metà solo nel 2015 e un quinto nel 2013, e più di duecento quelle aggiunte ogni giorno, secondo quanto riportato dal report di IqviaThe growing value of digital health.

Migliora la qualità

Lo sviluppo delle applicazioni mobili è così capillare che ormai esiste almeno una app specifica di alta qualità per ogni stadio del viaggio del paziente nella malattia, scrivono gli esperti dei Iqvia, che hanno determinato come il 40% circa delle app siano dedicate in modo specifico all’ambito terapeutico, mentre le altre sono rivolte in modo più generico al monitoraggio del benessere della persona. Un dato interessante che emerge dal rapporto è che la qualità delle app digitali per la salute aumenta di pari passo con l’esperienza che ne fanno gli utenti: il 55% delle app lanciate negli ultimi due anni sono state valutate con almeno quattro stelle, rispetto al 31% di quelle lanciate prima del 2015. Sono solo una quarantina, inoltre, le app che riflettono la maggior parte dei download da parte degli utenti, ciascuna con oltre 10 milioni di download (circa la metà del totale).
Ad esse si aggiungono i 340 dispositivi indossabili già sul mercato: oltre il 55% delle app più scaricate, infatti, serve ad acquisire i dati provenienti da vari tipi di sensori. Anche in questo caso, la maggior parte riguarda applicazioni per il monitoraggio dei parametri di wellness – ad esempio negli allenamenti sportivi – ma sempre di più sono le applicazioni dedicate a specifiche situazioni patologiche. Gli algoritmi sempre più sofisticati che analizzano i dati provenienti dai sensori, inoltre, permetteranno in futuro di creare dei veri e propri “biomarcatori digitali” dello stato di salute, in grado di tenere sotto controllo tutti i parametri critici per la progressione della malattia: un fatto che, per gli esperti di Iqvia, rappresenta un fondamentale passo avanti verso l’affermarsi della medicina di precisione basata sulla stratificazione dei pazienti in gruppi omogenei in base ai sintomi.

Aumentano anche le evidenze scientifiche

La penetrazione delle applicazioni sanitarie è supportata da un sempre maggior numero di studi scientifici sul loro utilizzo, quantificati in 571 da report di Iqvia. La stima correlata a un utilizzo per la prevenzione del diabete, la riabilitazione diabetologica, cardiaca e polmonare/per l’asma è che la sanità digitale possa riflettersi in un risparmio di $ 7 miliardi/anno in minori costi per le cure in acuto negli Stati Uniti. Sono oltre cinquecento gli studi clinici attualmente in corso negli Usa, e circa il 20% delle grandi organizzazioni sanitarie americane si sta sempre più rivolendo all’implementazione in larga scala di questo tipo di soluzioni.
Ma non è tutto oro quel che luccica, e la penetrazione delle tecnologie digitali è ancora frenata da barriere soprattutto a livello degli enti che hanno in cura il paziente. La previsione di Iqvia è che entro una decina d’anni questo tipo di approccio diventi il principale per la maggior parte delle organizzazioni impegnate nella cura.