Vaccinazione antipneumococcica per tutte le persone con più di 65 anni

La polmonite rappresenta, secondo un recente rapporto di Save The Children, causa di morte ogni anno per circa 1 milione di persone: 4 su 5 sono bambini con meno di 2 anni. Secondo i dati ISTAT relativi al 2014 ogni anno in Italia ben 9.000 decessi sono legati a questa patologia: un numero di morti 3 volte superiore a quelle provocate dall’influenza; la maggior parte delle persone che muoiono, ben il 96%, ha più di 65 anni. Alla luce di questi numeri si capisce per quale motivo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 abbia introdotto la possibilità di usufruire gratuitamente, per tutte le persone con più di 65 anni, del vaccino antipneumococcico, per meglio tutelare questa categoria di persone dal rischio di ammalarsi di polmonite.

Il concetto da trasmettere

La speranza è anche di trasmettere un altro importante messaggio: la polmonite non è solo una possibile complicanza del virus influenzale, ma una malattia potenzialmente letale che si può contrarre durante tutto l’anno, per cui ogni momento dell’anno è buono per vaccinarsi. In molti, inoltre, come emerge da una ricerca condotta da AstraRicerche pensano che la polmonite si possa prevenire semplicemente migliorando alcune regole di igiene. Se è vero come lo è che un gesto semplice come lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone rappresenti uno dei mezzi più efficaci ed economici per evitare la diffusione delle malattie infettive, dall’altro questa accortezza può non bastare soprattutto nei pazienti con un sistema immunitario indebolito, dall’età o dalla presenza di altre malattie croniche come il diabete o i disturbi cardiovascolari.

«La vaccinazione antipneumococcica è a oggi l’unico strumento di prevenzione primaria in grado di evitare l’infezione da pneumococco e prevenire lo sviluppo delle malattie e delle complicanze che questo batterio può portare», commenta Michele Conversano, past president della Siti, Società Italiana di Igiene, e presidente di HappyAgeing. «In particolare», prosegue Conversano, «con il vaccino coniugato, che negli adulti richiede un’unica somministrazione per tutta la vita, si può “tenere pronto” il sistema immunitario a reagire nel caso di infezione da pneumococco. I nuovi LEA prevedono che da quest’anno il vaccino pneumococcico sia raccomandato e gratuito in tutte le regioni per tutti coloro che hanno 65 anni o per chi ha una patologia cronica come per esempio patologie polmonari croniche, malattie cardiovascolari o il diabete. Soprattutto nella popolazione adulta e anziana è importante che aumenti la consapevolezza del rischio di contrarre la polmonite, e che tutti usufruiscano del proprio dirittoe a ssere vaccinati».

«Spesso gli adulti sani non sono consapevoli del potenziale rischio di contrarre malattie infettive, ritenendo di non aver bisogno dei vaccini. In realtà, tutti siamo a rischio di contrarre la polmonite, che è tutt’ora la prima causa di decesso per malattie infettive nei Paesi occidentali», commenta Francesco Blasi, professore ordinario all’Università degli Studi di Milano e responsabile dell’UO di Broncopneumologia presso l’IRCCS Fondazione Ospedale maggiore Policlinico Cà Granda di Milano, »solo in Italia si contano ogni anno oltre 9.000 morti a causa della polmonite, per il 96% tra gli over65, quasi tre volte quelle dovute a incidenti stradali e oltre 33 volte quelle causate dall’influenza».