A Roma, durante il Forum PA 2014, sono stati presentati i risultati dell’introduzione della ricetta dematerializzata nella regione Veneto, che rappresenta un fondamentale tassello del Fascicolo Sanitario Elettronico consegnando un primo nucleo aggregato di dati digitali dell’assistito e permettendo al sistema sanitario regionale di risparmiare oltre 3,2 milioni di euro l’anno. Il percorso prevede che il medico produca una ricetta che riporti un codice identificativo che ne sancisca l’identità dematerializzata, introdotta in tal modo in un ciclo che mette in collegamento MMG, farmacie, azienda sanitaria, Regione e Ministero delle Finanze. Per realizzarlo, Arsenàl.it, consorzio volontario delle 23 aziende sociosanitarie e ospedaliere e centro di ricerca che cura la sanità digitale in Veneto, ha definito le specifiche, effettuato un test di labeling per i software delle cartelle di MMG e farmacisti e realizzato la formazione di oltre 5.000 tra MMG, pediatri e farmacisti.
Dopo lo studio pilota partito alla fine del 2013, da marzo 2014 il servizio è partito su scala regionale e ha superato l’85% dei medici e poco meno dei farmacisti collegati alla rete. Nella pratica, il paziente che si reca dal medico di medicina generale per una prescrizione farmaceutica riceve un promemoria con un codice identificativo (attualmente ancora per qualche settimana la ricetta rossa cartacea) presentando il quale, unitamente al codice fiscale, riceve dal farmacista il farmaco erogato secondo un sistema di prescrizione digitale. Sono coinvolti: 3.320 medici di medicina generale, 530 pediatri di libera scelta e 1.330 farmacisti. Ogni anno in Veneto vengono prodotti 60 milioni di ricette rosse delle quali 40 farmaceutiche e 20 specialistiche. Per questo primo periodo di transizione, in attesa di una completa dematerializzazione, i pazienti continueranno a ricevere il promemoria bianco. In futuro l’utente potrà memorizzare gli identificativi sul supporto preferito inclusi gli smartphone. Unico bug del sistema, ma questo vale per tutto lo Stivale, l’attuale mancata capacità di dematerializzare la fustella: i farmacisti devono quindi conservarla in appositi registri o, come si è deciso in Veneto, apponendola sul promemoria bianco. Dalla seconda metà del 2014, la dematerializzazione sarà estesa in Veneto alle prescrizioni specialistiche e il processo di dematerializzazione sarà chiuso nel 2015 quando la ricetta rossa scomparirà del tutto.
Caterina Lucchini