La sburocratizzazione delle attività professionali nel campo della salute rappresenta un tema cruciale per il miglioramento dell’assistenza farmaceutica e, di conseguenza, per la salute dei cittadini.

Come evidenziato dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), Andrea Mandelli, in occasione della sua relazione al Consiglio Nazionale Fofi, la semplificazione dei processi burocratici non è solamente una misura di alleggerimento per i professionisti, ma si configura come un intervento necessario per innalzare gli standard di qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini. 

Contesto normativo e necessità di semplificazione

Attualmente, il parlamento italiano è impegnato nell’analisi di due provvedimenti significativi in materia di sburocratizzazione: la “Delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi” e il Ddl Semplificazioni bis.

La normativa vigente ha creato un sistema burocratico complesso e macchinoso che grava sull’attività dei farmacisti, costretti a gestire oneri burocratici talvolta superflui, una realtà che si fa ancor più allarmante in un contesto di crescente carenza di professionisti.

Misure di semplificazione proposte

Fra le misure proposte, vi è l’aggiornamento di normative obsolete, come il Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934, che impedisce ai farmacisti di esercitare altre professioni sanitarie, e la Legge 475/1968, che pone limitazioni ingiustificate per i farmacisti in ambito accademico. Con l’introduzione di queste modifiche, si mira a rendere il sistema più fluido e reattivo alle necessità di salute della popolazione.

Altre disposizioni discutono la possibilità per i farmacisti di dispensare terapie prescritte per pazienti cronici per dodici mesi e di monitorare l’aderenza terapeutica, funzioni cruciali per la gestione delle malattie croniche, particolarmente rilevanti nell’era delle malattie non trasmissibili.

Innovazioni promosse attraverso i nuovi progetti di legge

Il Ddl Semplificazioni bis si propone di definire e riconoscere formalmente i servizi offerti dai farmacisti, inclusa la somministrazione di vaccini e test diagnostici.

Tale evoluzione potrebbe non solo ampliare l’offerta di servizi, ma anche consolidare il ruolo del farmacista come punto di riferimento sanitario nel territorio, contrastando la resistenza agli antibiotici attraverso l’implementazione di test PCR in farmacia.

Formazione professionale e innovazione digitale

La formazione professionale è un aspetto essenziale per garantire che i farmacisti mantengano elevati standard di qualità. I recenti corsi ECM e le iniziative di formazione continua mirano a rinfrescare le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide in ambito sanitario.

Parallelamente, l’adozione di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale mira a migliorare l’efficienza del sistema sanitario e a facilitare l’accesso alle cure.

Farmacisti: ruolo centrale nella salute pubblica

In sintesi, la sburocratizzazione dell’attività farmaceutica emerge come un elemento imprescindibile per innalzare gli standard di qualità dell’assistenza sanitaria in Italia. Attraverso l’adozione di misure legislative efficaci e un rinnovato approccio alla formazione e innovazione, i farmacisti possono svolgere un ruolo sempre più centrale nella salute pubblica, contribuendo così a un sistema sanitario più reattivo e di qualità per i cittadini.

Questa trasformazione, come sottolineato da Mandelli, non rappresenta solo il raggiungimento di un obiettivo di lunga data, ma segna l’inizio di un nuovo capitolo per la professione farmaceutica, ricco di sfide e opportunità che necessitano di essere affrontate con coraggio e determinazione.

Nell’evoluzione della professione, il farmacista non è solo un dispensatore di farmaci, ma un attore chiave nella salute e benessere della comunità.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here