L’anno 2023 ha messo in evidenza una realtà allarmante in Italia: 463.176 persone (7 residenti su 1.000) si trovano in condizioni di povertà sanitaria, un incremento dell’8,43% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno non solo segna una crescita preoccupante, ma pone l’accento su una serie di questioni essenziali riguardanti l’accesso alle cure e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale.

Povertà sanitaria: un fenomeno in crescita

La povertà sanitaria si definisce come l’incapacità di accedere alle necessarie cure mediche e farmaci per motivi economici. Nel 2023, 463.176 individui hanno richiesto supporto alle 2.011 realtà assistenziali convenzionate con il Banco Farmaceutico. Questi dati suggeriscono che, nonostante la presenza di un sistema sanitario pubblico, le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari stanno aumentando.

Le statistiche demografiche rivelano che i soggetti colpiti dalla povertà sanitaria sono prevalentemente adulti tra i 18 e i 64 anni (58%), con una rappresentanza significativa di minori (102.000, 22%) e anziani (19%).

Inoltre, il bilancio è quasi equo tra cittadini italiani (49%) e stranieri (51%), suggerendo che la povertà sanitaria colpisce in modo trasversale diverse categorie socioeconomiche.

Spesa farmaceutica e sostenibilità

Nel contesto della spesa farmaceutica, emerge un dato inquietante: la spesa complessiva delle famiglie ha raggiunto 23,64 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, la quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si è ridotta, portando il carico finanziario delle famiglie al 45%. Questo aumento si traduce in un esborso di 731 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso, rappresentando un incremento del 7,4%.

Questi dati evidenziano la crescente iniquità nel sistema sanitario e la necessità di un intervento urgente. Le famiglie che si trovano in difficoltà economica sono costrette a sopportare costi crescenti per farmaci, inclusi i farmaci da banco e i ticket sanitari, creando un circolo vizioso di rinuncia e compromissione della salute.

Il ruolo del terzo settore

Un recente libro, “Tra le crepe dell’universalismo – Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia”, presentato alla Camera dei Deputati, evidenzia l’importanza del Terzo Settore nella lotta contro la povertà sanitaria. Le realtà non profit, in collaborazione con farmacisti, medici e istituzioni, rappresentano un importantissimo supporto per le fasce vulnerabili della popolazione.

Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Ets, sottolinea la necessità di interventi che vanno oltre il semplice supporto materiale, puntando a un cambiamento culturale che possa sensibilizzare la società sulla gravità di queste disuguaglianze. Occorre infatti favorire una presa di coscienza collettiva dell’importanza di un sistema sanitario universalistico, minacciato dalle crescenti disuguaglianze.

Strategie di intervento

Le strategie per affrontare la povertà sanitaria devono essere multifattoriali e comprendere misure di sostegno economico, promozione della salute, accesso ai farmaci e un’educazione sanitaria mirata. È cruciale lavorare per garantire l’accesso ai trattamenti e ai farmaci essenziali, specialmente per le famiglie vulnerabili.

Inoltre, è imperativo rafforzare le collaborazioni tra il settore pubblico, il privato e il Terzo Settore. Queste alleanze possono permettere di costruire reti di solidarietà e supporto, capaci di rispondere efficacemente alle esigenze di salute delle persone.

Approccio integrato e partecipativo

La povertà sanitaria rappresenta una sfida significativa per la società italiana, richiedendo un’attenzione costante e l’implementazione di politiche adeguate. Solo attraverso un approccio integrato e partecipativo sarà possibile contrastare questa problematica e garantire pari accesso alle cure e al benessere per tutti i cittadini, in linea con i principi di universalismo che hanno sempre caratterizzato il Servizio Sanitario Nazionale italiano.

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