La sorte ha deciso: EMA a Amsterdam

Non è bastato aver presentato il dossier più forte tra i diciannove pervenuti per le candidature a ospitare la nuova sede dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema): uscita vincitrice dai primi due round di votazioni che si sono tenute ieri a Bruxelles durante il Consiglio europeo per gli affari generali (rispettivamente con 25 e 20 voti), Milano ha pareggiato il terzo con Amsterdam (13 voti ciascuna) e, grazie all’astensione della Slovacchia dopo l’esclusione di Bratislava al primo turno, è così scattato il meccanismo del sorteggio che ha premiato la capitale dell’Olanda.

Da oggi parte la macchina organizzativa che porterà Ema ad Amsterdam entro il 30 marzo 2019, dapprima in un edificio provvisorio, quindi nel Vivaldi Building che dovrebbe essere pronto entro il Q3 2019. Avevamo illustrato qui il dossier di candidatura della capitale olandese.

Il rendering del Vivaldi Building, la nuova sede di Ema a Amsterdam (credits: The Dutch offer for EMA)

Le reazioni in Italia

Sono state corali le reazioni dei vari stakeholder nel segnalare come la sorte abbia privato Milano e l’Italia di una fondamentale opportunità di sviluppo, che avrebbe generato almeno 1,7 miliardi di euro d’indotto e portato nella città della Madonnina le famiglie dei novecento dipendenti dell’Agenzia dei medicinali e i 36 mila visitatori/anno dei suoi uffici. “Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa”, ha sottolineato il premier, Paolo Gentiloni, su twitter nel ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per il successo della candidatura italiana. Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si è affidata a un tweet per sottolineare la “delusione e l’amarezza per la sconfitta al sorteggio dopo due turni vinti”.

Milano sarebbe stata una ottima scelta perché l’Italia costituisce uno dei mercati del farmaco più sviluppati in Europa e ha un servizio farmaceutico di elevatissima qualità. Purtroppo la sorte non ci ha aiutato”, ha commentato il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, che ha ringraziato il ministro Lorenzin e tutte le Istituzioni che hanno operato per il raggiungimento dell’obiettivo, “a cominciare dal nostro collega, il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti e dell’Ordine di Milano”.

Per il direttore generale di Aifa, Mario Melazzini, l’Europa ha perso una grande occasione: “ora continueremo a collaborare e a far emergere la grande professionalità dell’Agenzia italiana del farmaco. Da marzo 2018 si ripartirà in modo differente”.

Per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, l’Italia ha vinto lo stesso, dimostrando il valore del sistema Paese: “Ne usciamo quindi a testa alta e consapevoli che, quando facciamo squadra, non siamo secondi a nessuno”.