L’analisi di Federfarma, di recente pubblicazione, evidenzia l’andamento della spesa farmaceutica dello scorso anno, differenziando i dati complessivi per i diversi comparti (etico e commerciale). Il report offre dettagli anche sull’andamento della distribuzione diretta e per conto e sui fattori che hanno influito sulla loro modifica. Infine, una tabella riassume gli andamenti nel quinquennio 2018-2022 cui fanno seguito le schede relative ai dati delle singole Regioni

Il mercato italiano dei prodotti venduti in farmacia ha chiuso l’anno 2022 con un fatturato annuale totale di 25,84 miliardi di euro e un aumento del 4,5% rispetto al 2021, stando ai dati Iqvia, esaminati nel rapporto di analisi di Federfarma “La spesa farmaceutica nel 2022”.

Il comparto dei farmaci con ricetta medica, così detto “etico”, che rappresenta il 55,5% del fatturato delle farmacie, ha evidenziato un aumento a valori del 2,2%, attestandosi a 14 miliardi di euro. In aumento a valori anche il comparto commerciale e quello dell’autocura, con un +7,6%, e un fatturato che si è attestato a 11,5 miliardi di euro.

Distribuzione diretta e per conto

I farmaci acquistati dalle Asl nel corso dell’anno in esame hanno prodotto una spesa di 13,8 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2020 (13,35 miliardi). Ad aumentare in modo consistente di quasi il 10% (9,4%) la distribuzione per conto, un elemento questo dovuto in buona parte alle strategie messe in campo nella stagione pandemica volte a ridurre gli spostamenti dei pazienti e favorendo l’accesso ai farmaci attraverso la rete di farmacie territoriali.

Ad ogni modo, sia la distribuzione diretta sia la distribuzione per conto incidono in modo diverso sulla spesa farmaceutica nelle diverse Regioni e questo in virtù di diverse politiche distributive e accordi differenti volti a favorire la distribuzione per conto.

La spesa convenzionata

I dati Federfarma contenuti nel rapporto evidenziano che la spesa farmaceutica netta del Ssn ha mostrato un aumento dell’1,2% rispetto al 2021. Il numero di ricette è aumentato del +2,1%, ma con valore in media più basso rispetto all’anno precedente (-0,9%) perché, nonostante contenessero medicinali con un costo più alto, avevano un numero minore di confezioni per singola ricetta (-1,1% rispetto al 2021).

In totale, nell’anno 2022 le ricette si sono attestate a poco meno di 569 milioni, con una media per cittadino pari a 9,63 ricette. 1,57 miliardi le confezioni di medicinali erogati a carico del Sistema sanitario nazionale, con un +1% rispetto all’anno precedente. Stando al rapporto, ogni cittadino ha ritirato in farmacia in media 17,9 confezioni di medicinali a carico del Ssn, di prezzo medio pari a 9,33 euro.

Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa

Il rapporto ha evidenziato il contributo delle farmacie per il contenimento della spesa, sia grazie al fatto di favorire i farmaci equivalenti, sia garantendo un risparmio complessivo di circa 536 milioni di euro sotto forma di sconti per fasce di prezzo, pay-back volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali, trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Piace qui ricordare che le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato derivante dal servizio sanitario nazionale godono di una riduzione dello sconto dovuto al Ssn; esentate quelle con fatturato Ssn inferiore a 150 mila euro.

Le quote di partecipazione a carico dei cittadini sono invece aumentate nel 2022 del +1,5% rispetto al 2021, con un’incidenza media del 15% sulla spesa lorda, con punte fino al 19,6% della Campania e del Veneto. Complessivamente la quota di partecipazione dei cittadini sui farmaci è stata di oltre 1.485 milioni di euro dovuti alla differenza di prezzo rispetto al valore di rimborso, avendo richiesto un farmaco più costoso.

Andamenti regionali

Sia la spesa sia il numero di ricette sono risultate in aumento in tutte le Regioni. L’Umbria è l’unica Regione che ha mostrato un segno negativo sia per spesa sia per numero di ricette, rispettivamente – 4,9% e -1,8%. La spesa invece ha mostrato segno meno, anche se più contenuto, in Campania (-1,9%) e Valle D’Aosta (-0,2%).