Lapidari (Ordine di Novara e Vco): «Massima attenzione alle evoluzioni della professione»

Intervista a Cesare Lapidari, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani per le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.

Cesare Lapidari

Quali sono, dottor Lapidari, le peculiarità principali dell’Ordine che presiede dal 2008?

Si tratta di un ordine interprovinciale in cui è la stessa dislocazione delle croci verdi sul territorio a evidenziare significative differenze. A Novara fanno capo esercizi siti in piccoli centri e farmacie rurali che più difficilmente godono, al contrario di quelle del Vco, degli effetti benefici del turismo. Ai visitatori stagionali debbono molto le farmacie di frontiera che si affacciano sui laghi d’Orta e Maggiore e quelle dei comuni montani delle valli Vigezzo e Formazza. Non sono mancate in anni recenti nuove aperture in centri dove il traguardo della sostenibilità è più difficile da raggiungere. Ma il farmacista rurale ha un ruolo di servizio forte che talora va a scontrarsi con le esigenze della pura redditività. Se per mantenersi in salute una farmacia deve poter contare su 1.200-1.300 abitanti, pensare a quel che fanno alcuni titolari in paesi da 600 anime dà l’idea della loro vocazione al servizio e rappresenta attualmente uno fra i loro più importanti tratti distintivi.

Come ha reagito il territorio alle sfide in arrivo dalle parafarmacie e dai centri commerciali?

Innanzitutto va detto che rispetto alla crisi economica nel suo complesso Novara e il Vco hanno avuto la fortuna di patire contraccolpi minori di quelli toccati ad altre aree e soltanto adesso stanno arrivando segnali occupazionali negativi di una certa entità. Analogamente ha resistito anche l’attività delle farmacie, pure a fronte della diffusione delle parafarmacie e dei corner attivati presso la grande distribuzione. Le perdite sono calcolabili in dieci punti percentuali circa di redditività, in media, ma ha fatto eccezione chi ha potuto alternativamente spostarsi in punti più strategici e remunerativi e chi ha saputo innovarsi. Gli altri risentono di una situazione economica in cui la spesa media si restringe e in farmacia si va più per questioni di pura necessità che in cerca di altro.

Ritiene che i suoi colleghi siano sufficientemente sensibili al tema, remunerativo, dei servizi?

I primi a proporne sono stati chiaramente i farmacisti dotati di strutture idonee a gestire questo tipo di offerta, ricavando per esempio spazi dedicati alla aerosolterapia o alla fisioterapia e dando vita a piccoli centri-benessere interni. Rappresentano senz’altro una porzione minoritaria del totale. Non va, però, dimenticato che in molti restano in attesa delle normative specifiche per l’erogazione dei servizi stessi, perché se la legge c’è, mancano invece su scala regionale i decreti attuativi per far funzionare appieno il modello. Per esempio, è difficile conoscere quali siano le metrature necessarie per la realizzazione di appositi studi, piccoli o grandi che siano. L’associazione locale dei farmacisti ha sollecitato le autorità per ottenere dei canoni univoci sulle superfici idonee, ma per il momento la richiesta non ha avuto riscontri. Si tratta di iniziative tuttora in corso d’opera, con tempi molto lenti.

Allo stesso tempo, le province sono all’avanguardia nei progetti di distribuzione dei presidi…

Vero. Mentre talora iniziative che vedono la farmacia agire come Centro unico per le prenotazioni sono a loro volta in mezzo al guado a causa delle contraddizioni della norma, le croci verdi novaresi sono state da subito protagoniste, in tema di presidi, grazie anche agli sforzi dell’Associazione titolari. Sin dal 2000, infatti, il sindacato ha proposto e concordato con la Asl No  la distribuzione dei presidi per diabetici, per la medicazione, per l’incontinenza e degli alimenti per i celiaci mediante un sistema Web-Care. Si tratta di un sistema innovativo, premiato a livello nazionale, che ha consentito un monitoraggio della spesa con un risparmio significativo e la consegna regolare di presidi che altrimenti i pazienti avrebbero dovuto ritirare direttamente presso le sedi Asl, con tutte le ovvie difficoltà del caso.

Titolari e collaboratori hanno cosi potuto consolidare il loro rapporto con la clientela, accompagnando alla consegna dei presidi anche la tradizionale opera di consulenza. Ora, a livello regionale, con la gara sui presidi per pazienti diabetici e una nuova piattaforma in corso di definizione, si attendono novità che integrino in un contesto più ampio il paradigma del Web-Care novarese, dando una maggiore contezza delle spese, con dati statistici in tempo reale sulle forniture.

Quali sfide attendono a suo avviso i farmacisti di Novara e del Vco e non solo, attualmente?

La professione è in evoluzione e i farmacisti, dai più giovani a quelli in possesso della maggiore anzianità di servizio, devono crescere professionalmente e corredare il lavoro di dispensazione con consigli specifici. Devono svolgere mansioni di educazione sanitaria e quindi informare correttamente anche chi magari trae le sue conoscenze, talora in maniera inevitabilmente confusa, da Internet. Qui entra in campo il vero sapere farmaceutico, tipico del professionista, capace di dare risposte coerenti. Resta sempre attuale il vecchio adagio che “in farmacia una qualsiasi risposta non è mai una risposta qualsiasi”. Questo implica che il farmacista, comprendendo a pieno l’importanza dell’aggiornamento professionale, si informi e si formi di continuo. Sua missione sarà mettere in pratica e aderire a tutte quelle iniziative che la Federazione, a livello nazionale, e gli Ordini provinciali, a livello locale, organizzeranno per dare contezza alla parte pubblica del ruolo importantissimo che i farmacisti, possono svolgere se pienamente integrati nel SSN, seguendo inoltre i dettami della Medicine use review (Mur)

La Federazione, sulla scia di Paesi come la Gran Bretagna, dove questo ruolo viene riconosciuto e remunerato,  ha promosso e sostenuto progetti specifici sul tema  dimostrando con i dati raccolti l’apporto che il farmacista può dare per un miglioramento dell’aderenza alla terapia e produrre risparmi notevoli per il Ssn, proprio recentemente il parlamento riconoscendo la validità del progetto e il ruolo del farmacista ha stanziato ben un milione di euro per il monitoraggio in farmacia dell’aderenza terapeutica per i pazienti asmatici .

È possibile trasmettere questi valori e nozioni anche alle nuove generazioni dei titolari futuri?

L’Ordine, resta attento a tutto quel che accade nel suo mondo e cerca di trasmettere la vera evoluzione della farmacia. Da mio canto, partecipo a seminari organizzati per gli studenti della facoltà di farmacia di Novara per spiegare loro come stia cambiando la professione. La laurea non porta necessariamente a stare dietro al banco di una farmacia ma ha anche molti altri sbocchi. Per esempio il divenire parti integranti del Servizio sanitario nazionale anche nei reparti ospedalieri, perché, da studi fatti e dimostrati, là dove i farmacisti affiancano i prescrittori aumenta l’aderenza terapeutica e calano i costi, grazie a studi specifici sulle posologie. Il farmacista di reparto o quello impegnato nelle residenze per anziani sono approdi evolutivi. C’è un intero mondo dinanzi agli studenti anche se forse non è quello che si attendevano. Ma molto dipende da come sapranno interpretare la realtà: il loro compito, fra gli altri, è di dare seguito alle nuove esigenze.