Numerose sono le proprietà della curcuma, pianta di origine orientale chiamata anche zafferano delle Indie, tumeric, oppure kunyit o haldi in alcune regioni asiatiche.
Il principale impiego di Curcuma longa nella medicina tradizionale riguarda il trattamento delle patologie infiammatorie e come antiossidante. La curcumina, principio attivo contenuto nel rizoma, sembra in grado di bloccare i processi che portano alla formazione dei mediatori chimici dell’infiammazione, soprattutto a livello articolare. Migliora anche la sintomatologia dolorosa. È un rimedio molto utilizzato dagli sportivi e nelle problematiche articolari degli anziani.
Si è visto che la curcuma funziona meglio se abbinata al pepe nero in rapporto 10:1, oppure con uguale dose di bromelina o con olio di pesce.
La medicina Ayurvedica consiglia l’uso di curcuma come antibatterico, antistaminico, immunostimolante, cardiotonico, depurativo e coleretico.
In India viene utilizzata anche come cicatrizzante e antisettico, per curare ferite, punture d’insetti, dermatiti e scottature.
Sembra che la curcuma sia in grado di ridurre i livelli di colesterolo Ldl e di aumentare quelli del colesterolo Hdl.
Complementary Therapies in Medicine ha pubblicato uno studio secondo il quale, l’integrazione dei curcuminoidi potrebbe contribuire a ridurre il rischio di incorrere in eventi cardiovascolari nei pazienti dislipidemici con diabete di tipo 2.
La radice, o meglio il rizoma, di curcuma presenta un colore che va dal giallo limone al giallo arancio.
Ha un sapore piuttosto pronunciato e, soprattutto nel sud-est asiatico, viene utilizzata come spezia per impreziosire numerosi piatti. Per ottenere la polvere i suoi rizomi vengono bolliti per parecchie ore, seccati in forno e dopo schiacciati e setacciati. La curcuma rientra tra i componenti principali del curry e del garam masala.
Come si usa la curcuma?
Sono necessari circa 1.200-1.600 mg al giorno di curcumina. L’associazione con bromelina si assume a stomaco vuoto 20 minuti prima dei pasti.
L’associazione con bromelina oltre ad aumentare la biodisponibilità della curcumina ne migliora l’attività antinfiammatoria.
L’ associazione della curcumina con olio di pesce si assume durante i pasti.
Chi non dovrebbe utilizzare la curcuma
Normalmente la curcuma non dà problemi, si può utilizzare per lunghi periodi sia come integratore o aggiunta durante la preparazione dei cibi, nei frullati, nelle insalate o come tisana. A dosaggi molto alti in individui sensibili può provocare disturbi a livello gastrico.
Golden milk alla curcuma
È una bevanda da utilizzare una volta al giorno per almeno 40 giorni. Aiuta a lenire dolori articolari, infiammazioni, calma la tosse, il raffreddore, depura il fegato, migliora la circolazione.
In un bicchiere di latte di mandorle o di avena versate mezzo cucchiaino di curcuma e un pizzico di pepe nero. si può dolcificare con miele o stevia o zucchero di canna non raffinato. Scaldare mescolando senza arrivare a bollitura. Togliere dal fuoco e bere tiepido.
Una curiosità
Come additivo per alimenti la curcuma viene identificata con la sigla E100.
Elena Frosini
Fonti
F.Di Pierro, Argomenti di Fitoterapia Biofarmaceutica, pag. 110-114, CEC editore, 2014.
P. Campagna, Farmaci Vegetali, pag. 81-82, Edizioni Minerva Medica, 2008.
infoerbe.it
Panahi Y., Khalili N., Sahebi E., Namazi S., Reiner Ž., Majeed M., Sahbekar A.,Curcuminoids modify lipid profile in type 2 diabetes mellitus: A randomized controlled trial. Complement Ther Med. 2017 Aug;33:1-5. doi: 10.1016/j.ctim.2017.05.006. Epub 2017 May 29.
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