Galatioto (Federfarma Trapani): “Le ristrettezze economiche incidono sull’offerta di servizi”

La situazione delle farmacie della provincia di Trapani differisce a seconda del posizionamento delle singole insegne e della loro capacità d’intercettare i bisogni vecchi e nuovi della clientela. Ma le sofferenze presenti dipendono anche da alcune lacune gestionali e dalle contraddizioni normative, come spiega Leonardo Galatioto, presidente dell’Ordine dei farmacisti e di Federfarma per la provincia di Trapani.

Leonardo Galatioto, presidente dell’Ordine dei farmacisti e di Federfarma per la provincia di Trapani

Qual è oggi, dottor Galatioto, lo stato di salute delle farmacie della provincia trapanese?

Il polso delle croci verdi non permette di descrivere una situazione di particolare floridità. Delle 130 insegne in attività sul territorio si può calcolare che il 20-25% attraversi una fase di sofferenza nonostante i pagamenti da parte del Servizio sanitario nazionale siano più puntuali qui che altrove. Da questo punto di vista qualche problematica si verifica sull’assistenza integrativa, anche se per importi decisamente minori. Va aggiunto che l’apertura di altri 17 esercizi è oggi in itinere a seguito dell’ultimo concorsone indetto ai tempi del governo di Mario Monti, che ha introdotto procedure più complesse e regolamenti discutibili, col risultato di “dare il la a una valanga di ricorsi e proteste.

Quanto incide la crisi economica su questa situazione e quanto pesa invece la concorrenza?

Più che alla perdurante stagnazione dell’economia farei riferimento ad alcune leggerezze gestionali del passato e in particolare al fatto che i prezzi di mercato di alcune farmacie siano stati fissati in maniera a mio avviso impropria, sulla scorta del potenziale fatturato previsto. La mia opinione è che anche finanziatori come Credifarma abbiano agito con una certa superficialità concedendo crediti sui quali non sussisteva la certezza di un rientro. Certo, non si può poi trascurare l’abbassamento del valore medio delle ricette, che non è controbilanciato dalla vendita di altri prodotti non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. È da quest’ultimo però che la farmacia, che ha in primo luogo un ruolo di servizio pubblico, trae il suo nutrimento più importante. Illusorio, in tema di concorrenza, è pensare che l’attivazione di parafarmacie e corner presso i grandi magazzini possa garantire benessere ai professionisti, le cui aspettative in merito sono state talora eccessive, probabilmente.

Questo significa che parafarmacie e corner non rappresentino dei rivali temibili, a Trapani?

Hanno un peso molto relativo, anche perché la mia impressione è che non stiano portando avanti delle politiche realmente efficaci. Il sistema della remunerazione è fondato si volumi d’affari e il primo obiettivo è quello della copertura dei costi: questo è già sufficientemente impegnativo per le parafarmacie, salvo che non si trovino in punti o località altamente strategici. Tutto sommato, mi sento di dubitare che la maggior parte di esse possa presentare attualmente un bilancio in attivo.

Ritiene che la minor redditività delle farmacie sia influenzata anche dai trend demografici?

Sui 24 comuni che nel complesso formano la provincia trapanese le dinamiche demografiche hanno un’influenza che cambia a seconda delle zone. Ci sono comuni in cui il depauperamento della popolazione è stato più consistente, ma negli ultimi due decenni il totale degli abitanti della provincia ha subito poche variazioni di rilievo ed è rimasto pari a circa 415-430 mila unità. Senza dubbio, tuttavia, se si prendono in considerazione aree come quella del Belice si nota come la consistenza demografica sia cambiata notevolmente, anche per via del fenomeno dell’emigrazione.

La popolazione anziana è numericamente in media col resto delle regioni meridionali, ma la sua densità o addirittura la sua prevalenza si sentono più nei piccoli centri che non nelle città grandi.

In questo quadro quanto è difficile dare vita a iniziative sulla scia della farmacia dei servizi?

Il tema della farmacia dei servizi è certamente molto dibattuto, ma la norma quadro è generica e mancano i regolamenti attuativi e le direttive necessarie a dare reale concretezza ai progetti. Le promesse ambiziose della legge quadro dovrebbero essere recepite dalla nostra regione, a statuto speciale, ma si dovrebbe anche definire con esattezza chi finanzia cosa. Non credo che sussistano sul territorio grandi margini per l’innovazione, se essa è demandata ai privati senza alcuna incentivazione da parte del pubblico. Alcuni farmacisti hanno per esempio deciso di dotarsi di cabina estetica, sostenendo però investimenti a mio avviso ingenti. E non da ultimo, bisogna confrontarsi con differenti regolamenti comunali inerenti le dotazioni minime di base per la sicurezza o le procedure autorizzative. Ho notato a questo proposito che i documenti richiesti dal comune di Trapani non sono gli stessi imposti da quello di Alcamo, solo per citare un paio di esempi. In assenza di un corpus ben definito di norme e un piano di finanziamenti vantaggioso a 360 gradi, tutto resta troppo disomogeneo. Lo stesso può dirsi dei progetti della Federazione sull’aderenza e la continuità terapeutica. Sulla carta sono validi e possono contribuire a elevare le performance della farmacia: ma chi li finanzia?

Al di là delle criticità quali progetti di informazione e servizio è possibile mettere in atto?

Nella zona le risorse economiche si stanno rarefacendo ed è arduo riuscire a portare avanti iniziative congiunte, con l’eccezione dei monitoraggi su determinate patologie, in collaborazione con le case farmaceutiche, che danno tuttavia esiti alterni. L’ordine collabora con le istituzioni e con Federfarma sugli screening di massa per carcinoma colon-retto, fra gli altri, o sui tumori femminili. E il risultato in questo caso è riuscire a stabilire un rapporto ancor più diretto con i cittadini, per i quali la farmacia è sovente il primo e più importante punto di riferimento per i temi della salute.

Fra farmacie rurali e urbane quali sono a Suo avviso quelle più esposte alle sofferenze?

Non è detto che siano le rurali a soffrire di più: a volte, anzi, per la tipologia di struttura, le indennità, i maggiori margini oppure la diversa definizione e gestione degli sconti riescono a guadagnare di più, grazie anche alla marginalità sino al 7% superiore (per le forniture al Ssn) rispetto a quello delle urbane. Bisogna tenere presente che nei paesi dove in attività c’è una sola farmacia, il farmacista è una figura fondamentale; mentre in un centro storico che si spopola lavorare diventa più difficile. Né va dimenticata la presenza massiccia di cittadini di origine straniera, con i quali la convivenza non è solo pacifica ma fruttuosa, pure per le croci verdi, e vissuta positivamente dalla maggioranza.

La provincia riesce invece a trarre qualche beneficio dall’afflusso dei turisti, dottor Galatioto?

Si può contare su una presenza turistica significativa, specie durante i mesi estivi. Negli ultimi anni il turismo si è anzi rafforzato, grazie anche a una certa differenziazione dell’offerta di ospitalità. È una presenza benefica, i cui vantaggi percepiti variano però a seconda delle zone. Certo, a Sala Paruta, nel Belice, gli effetti positivi sono marginali. A Castellamare del Golfo, a Trapani o Selinunte, solo per citarne alcuni, i turisti creano un business che tocca anche per le parafarmacie.