Lesione del midollo spinale: come impatta l’alimentazione

L’alimentazione può avere un impatto negativo sulle lesioni del midollo spinale e sulla sua capacità di riparazione

La lesione traumatica del midollo spinale (SCI) è una condizione spesso paralizzante, con un’incidenza annuale di 15-40 casi per milione negli Stati Uniti e un costo annuale stimato di oltre 7 miliardi di dollari. È altresì ovvio che tale lesione comporti un onere emotivo enorme sull’individuo che ne è colpito e sulle famiglie.

midollo spinale

Dopo SCI, le perturbazioni cellulari, molecolari e le alterazioni delle vie intracellulari di trasduzione del segnale causano la perdita immediata della funzione e provocano una cascata secondaria di eventi patofisiologici che peggiorano l’esito della lesione iniziale. Gli eventi che accadono dopo la lesione comprendono infiammazione, astrogliosi e degenerazione neuronale e assonale, oltre all’apoptosi degli oligodendrociti che producono mielina. Interventi per migliorare i risultati nei modelli sperimentali di SCI e in soggetti con SCI prevedono l’utilizzo di cellule staminali neuronali, fattori di crescita e riabilitazione, inclusa la neuromodulazione per promuovere la plasticità e il riapprendimento motorio. È importante notare che ognuna di queste strategie terapeutiche potrebbe migliorare se si riuscisse a ridurre le lesioni secondarie e rendere il microambiente circostante alla lesione favorevole alla riparazione.

Alimentazione e lesione del midollo spinale

È sempre più riconosciuto che una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri, la cosiddetta dieta occidentale, contribuisca allo sviluppo della sindrome metabolica. La presenza di sindrome metabolica è caratterizzata da almeno tre fra le seguenti condizioni: obesità, insulino-resistenza, ipertensione, trigliceridi elevati, bassi livelli di colesterolo HDL, presenza di uno stato pro-infiammatorio. La sindrome metabolica non è solamente un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e diabete di tipo II, ma peggiora il declino funzionale post SCI. Oltre il 55% degli individui con SCI sviluppa infatti anche disfunzione metabolica sistemica dovuta in parte a cambiamenti nell’attività fisica e nel rapporto fra massa muscolare e grasso. Le caratteristiche cardinali della sindrome metabolica potrebbero avere un impatto negativo sulla risposta del sistema nervoso centrale alle lesioni e sulla sua capacità di riparazione. Una migliore comprensione degli effetti patofisiologici della disfunzione metabolica sistemica su lesioni e meccanismi di riparazione nel sistema nervoso centrale integro e lesionato sono pertanto di fondamentale importanza per l’identificazione e l’attuazione di strategie di trattamento.