L’omeopatia in farmacia, l’esperienza di Annamaria Osti

BDottssa OstiI farmacisti della provincia di Bologna anche in tempo di crisi non sono restati con le mani in mano e hanno sviluppato il modello avanzato di “Farmacia dei servizi” che oggi si rivela fondamentale per attraversare questo mare in tempesta. A Bazzano la Farmacia Osti in quest’ottica ha sviluppato il reparto di Omeopatia, ne parliamo con la dottoressa Annamaria Osti.

Da quanto tempo siete specializzati in farmaci omeopatici?
Ho sempre avuto una grande passione per i rimedi naturali, fatto molti corsi su Omeopatia, Fiori di Bach, Omotossicologia. Poi sono diventata mamma di un bimbo estremamente cagionevole e per disperazione ho provato con l’Omeopatia Unicista. Quello che è successo mi ha lasciato senza parole. Da questo episodio è nata la necessità di migliorare la mia formazione libera da vincoli commerciali; ho trovato quello che cercavo nella Scuola di Medicina Omeopatica di Verona. Sicuramente per un farmacista è una scelta impegnativa, si entra in un modo di concepire la salute che personalmente mi ha arricchito tanto, sia come professionista, che come persona. Il nostro reparto è nato gradualmente, circa una quindicina di anni fa e ogni giorno cerchiamo di crescere un po’.

Vi siete specializzati in qualche genere particolare? Quali sono i prodotti più richiesti?
Sicuramente l’Omeopatia rimane la nostra più grande passione. L’Unicismo (ossia somministrare un rimedio che sia il più vicino possibile al modo di soffrire di quella specifica persona) è una pratica più ad appannaggio del medico Omeopata, che ha maggiori conoscenze e svolge un’attenta anamnesi. Questo non toglie che il farmacista possa dispensare un rimedio in acuto, per un sintomo locale, con buoni risultati. Quando il tempo è poco e dobbiamo dare un consiglio efficace, più semplice e soprattutto di corsa, possiamo orientarci verso gli oligoelementi, i preziosi fitoterapici o fitoembrioestratti. Mi preme dire che un farmacista che esce da scuola è molto preparato sulla dispensazione, non fa pasticci e magari se ha qualche dubbio chiama per una conferma il medico omeopata. Come si fa con un medico di medicina generale!

Progetti per il futuro?
Visto che il reparto incide per il 7% abbiamo puntato su questa medicina. In effetti la mia squadra sta crescendo molto, sono felice che una delle nostre risorse più giovani si sia iscritta alla Scuola di Verona e abbia completato il primo anno; anche i nostri collaboratori storici si sono messi in discussione e stanno ampliando le loro conoscenze. Io stessa continuo ad approfondire la mia formazione omeopatica frequentando i corsi della Scuola.