L’antibiotico-resistenza – AMR, continua a rappresentare la principale emergenza sanitaria a livello globale, e l’Italia ne paga un prezzo altissimo. Nonostante i tassi di resistenza per le principali classi di antibiotici si mantengano elevati, le recenti sorveglianze coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità presentate in occasione della Settimana Mondiale della Consapevolezza sugli Antibiotici (18-24 novembre), mostrano segnali contrastanti ma incoraggianti, frutto degli sforzi di stewardship e monitoraggio.

«Oggi, nel nostro Paese, l’antibiotico-resistenza causa circa 12 mila decessi ogni anno, pari a un terzo di tutti i decessi registrati tra i pazienti ricoverati in ospedale – ha affermato il presidente dell’ISS, Rocco Bellantone –. Questi numeri non sono meri dati statistici: rappresentano persone, famiglie, comunità colpite da infezioni che, in buona parte, avremmo potuto evitare o curare efficacemente».

I dati delle sorveglianze: un panorama in evoluzione

 La fotografia scattata dall’ISS evidenzia come lo sforzo collettivo stia iniziando a produrre risultati, pur con persistenti criticità:

  • Gram Negativi: si osserva una diminuzione nella percentuale di multi-resistenza in Acinetobacter spp. (da 72,3% nel 2023 a 69,7% nel 2024) e, in particolare, una flessione nella percentuale di isolati di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi (dal 26,5% al 24,0%).
  • Gram Positivi: Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) mostra una lieve flessione (dal 26,6% al 25,7%).
  • Criticità maggiore: L’unica tendenza in continuo e preoccupante aumento riguarda l’Enterococcus faecium resistente alla vancomicina, che raggiunge il 34,9% nel 2024 (+2,4 punti percentuali rispetto al 2023).

Nonostante questi segnali di miglioramento, i dati confermano l’Italia come un Paese ad alta endemia, in particolare nelle Terapie Intensive. L’incidenza delle batteriemie da patogeni resistenti ai carbapenemi resta elevata, con 3.735 casi registrati nel 2024.

Il Decalogo ISS: le 10 cose da sapere sull’AMR

 L’Istituto Superiore di Sanità ha sintetizzato le conoscenze e le strategie necessarie per affrontare l’AMR in un decalogo che funge da bussola per le politiche sanitarie, la ricerca e l’industria:

  1. Impatto demografico globale: l’AMR causa 1,2 milioni di decessi all’anno nel mondo. Senza interventi, si stima che entro il 2050 i decessi raggiungeranno i 39 milioni;
  2. Costo economico europeo: il trattamento delle infezioni resistenti costa quasi 12 miliardi di euro all’anno solo in Europa, a causa di malattie più lunghe e degenze ospedaliere prolungate;
  3. Rischio “One Health”: la salute umana, animale e ambientale sono interconnesse. Oltre il 60% dei patogeni umani proviene da animali domestici o selvatici.
  4. Minaccia alla sicurezza alimentare: L’AMR comporterà perdite nella produzione animale equivalenti al fabbisogno di consumo di oltre 2 miliardi di persone all’anno entro il 2050;
  5. Uso appropriato obbligatorio: gli antibiotici devono essere assunti solo su prescrizione medica e seguendo scrupolosamente le istruzioni. L’interruzione precoce del trattamento fa sopravvivere i microbi più resistenti;
  6. Igiene e prevenzione: semplici abitudini come il lavaggio regolare delle mani – standard OMS per il consumo di soluzione idroalcolica negli ospedali è 20 L/1000 GDO, mentre la media italiana si ferma a 9,9 L – sono fondamentali per prevenire le infezioni a monte;
  7. Sicurezza alimentare domestica: l’adozione di corrette pratiche igieniche nella preparazione e conservazione degli alimenti riduce il rischio di infezioni e, di conseguenza, la necessità di antimicrobici;
  8. Protezione degli animali domestici: i superbatteri possono infettare cani, gatti e altri animali da compagnia. Controlli regolari, rifugi puliti e vaccinazioni sono essenziali per prevenire le infezioni;
  9. Ruolo del veterinario: gli antimicrobici per uso animale devono essere somministrati solo su prescrizione veterinaria e mai utilizzando antibiotici previsti per uso umano;
  10. Smaltimento sicuro: lo smaltimento improprio degli antimicrobici (nella spazzatura o nel water) danneggia l’ambiente e contribuisce alla diffusione di batteri resistenti. È fondamentale riportare i farmaci non utilizzati o scaduti in farmacia.

La strategia del settore: verso la sorveglianza genomica

L’ISS, nell’ambito del progetto INF-ACT, sta implementando la sorveglianza genomica (WGS) su scala nazionale. Il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) rappresenta un passaggio strategico cruciale, specialmente per il settore farmaceutico e la ricerca.

Come evidenziato da Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS, l’obiettivo è garantire risposte più tempestive in caso di emergenze e minacce transfrontaliere, un ambito in cui la comprensione delle dinamiche dell’AMR all’interfaccia uomo–animale–ambiente è fondamentale per orientare lo sviluppo di nuovi agenti antimicrobici e terapie innovative.

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