Luigi Galatello Adamo, Federfarma Ancona: dobbiamo tutelare le rurali

bDottor Luigi Galatello Adamo (2)Luigi Galatello Adamo presidente Federfarma della Provincia di Ancona ci spiega la situazione della provincia.

Nella Provincia di Ancona, negli ultimi tre anni, si è assistito a un calo di fatturato per quanto riguarda il Ssn di circa il 25% del valore. Le nostre farmacie sono fortemente ancorate al lavoro sul farmaco e poco sviluppate dal punto di vista commerciale in quanto la media dei locali di cui una farmacia dispone è di circa cinquanta metri quadrati perciò troppo piccola per aprire dei reparti e sono pochi i casi che superano i duecento metri quadrati di superficie. Un calo di questo tipo nel valore mette sicuramente in difficoltà tutte le strutture della nostra provincia, in aggiunta la regione Marche, quindi la provincia di Ancona, ha emesso una norma regionale che consente di acquistare i farmaci per la distribuzione per conto dal Codin un consorzio pubblico-privato organizzato dall’Associazione distributori farmaceutici che raggruppa tutti i gruppi di distributori presenti sul territorio della regione. La regione Marche ha appaltato gli acquisti di farmaci a tale consorzio, che stabilisce i prezzi di acquisto attraverso gare con le aziende fornitrici, prezzi ovviamente minori di quelli Aifa nazionali. Alle farmacie che si approvvigionano da esso viene rimborsato il valore del farmaco più una remunerazione di 3,5 euro al pezzo distribuito. Questo metodo ha creato, soprattutto per le farmacie piccole e rurali, un aggravio nella situazione economica poiché questo fatturato che si crea non lascia una marginalità interessante e provoca una perdita su quelle che sono le indennità di residenza e quindi, al danno già presente per un andamento del settore farmaco in forte calo, si aggiunge la beffa, perché la norma che in qualche modo favorisce il risparmio per la regione, crea per le farmacie rurali un appesantimento della loro economia.

Cosa sta facendo Federfarma? Progetti per il futuro?

Da anni, Federfarma, si sta battendo per chiarire i nodi legali che impediscono di risolvere questa problematica. Nel maggio scorso, al rinnovo dell’accordo di Dpc, con una delibera di Giunta abbiamo fatto inserire una norma in cui è chiaramente espresso che il fatturato proveniente dall’acquisto di farmaci dal Codin non vale per il calcolo delle indennità e degli sconti per le farmacie. Questo non è stato sufficiente in quanto la legge regionale che regola il servizio farmaceutico stabilisce esattamente il contrario. Ma visto che in questo periodo la legge è in fase di rinnovo, è stata inserita una norma di salvaguardia per le farmacie rurali. Inoltre è in discussione la legge di stabilità regionale e anche qui abbiamo fatto inserire un emendamento che introdurrà la norma di salvaguardia per le farmacie rurali sia per l’attuale situazione che per il pregresso. La speranza è che la politica capisca quali sono le difficoltà delle aziende che operano sul territorio perché dobbiamo risolvere questa criticità che causa danni al Sistema sanitario regionale in quanto i farmacisti lavorando in perdita non sono in grado di fornire servizi ai cittadini. Il futuro della farmacia è sempre più nei servizi al cittadino e meno nel farmaco e il core business diventa la consulenza e l’offerta di prodotti di qualità. Oggi è necessario vedere la farmacia come un’azienda con due gambe, il farmaco non è più sufficiente a generare redditività, è necessaria un’attività di supporto e in futuro i servizi, che devono essere riempiti di contenuti con progetti concreti, potranno essere una risposta. Vorremmo a questo proposito iniziare ad attivare progetti di telemedicina dedicati ai cittadini, per dimostrare che la farmacia può diventare punto centrale di erogazione di servizi nell’ambito del Sistema sanitario.