“La menopausa nella vita delle donne”. È questo il titolo di un’indagine condotta da Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere). L’obiettivo delle 315 interviste CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) rivolte dall’Istituto di ricerca Elma Research a un campione rappresentativo della realtà nazionale di donne di età compresa tra 44 e 65 anni era quello di indagare la percezione e i vissuti che le donne italiane associano alla menopausa.

È emerso che esiste ancora una resistenza culturale in merito all’assunzione della terapia ormonale sostitutiva (TOS) per contrastare i sintomi spesso intensi che si manifestano in più di una donna su due, nonostante oggi la ricerca abbia messo a punto numerose soluzioni che consentono di utilizzare dosaggi ormonali molto bassi e di scegliere tra una gamma di principi attivi che comprende anche gli ormoni naturali. Le ragioni sono molteplici.

L’80% delle donne intervistate ha sentito parlare della TOS e la metà di loro la percepisce come una terapia di supporto per la menopausa. Il 43%, però,  considera la menopausa una fase naturale della vita in cui non è necessario prendere farmaci se non indispensabili (48%), e il 35% teme possibili effetti collaterali. Questi dati spiegano perché solo il 5% di connazionali ricorre alla terapia ormonale sostitutiva, mentre viene fatto ampio utilizzo di integratori alimentari (27%) e di prodotti erboristici (17%).

I principali sintomi segnalati durante il climaterio sono mal di testa, disturbi del sonno e stanchezza, mentre in menopausa 1 donna su 2 dichiara di soffrire in modo moderato o grave di diminuzione del desiderio e del piacere sessuale, aumento di peso, dolori articolari e muscolari, vampate di calore e sudorazione.

Menopausa, le fonti di informazione

Un altro risultato interessante emerso riguarda il livello di informazione che le donne italiane sentono di avere: l’84% ritiene che sia medio-alto (54% molto informate, 30% moltissimo informate). La principale fonte di informazioni segnalata, però, è rappresentata da amiche e familiari (71%), non propriamente la fonte più qualificata e attendibile. Il ginecologo si attesta al secondo posto (67%) seguito dai siti internet (53%) e dal medico di medicina generale (36%).

«Nonostante le donne dichiarino di essere bene informate sulla menopausa e sulle terapie che possono ridurre la sintomatologia soprattutto per coloro che sono particolarmente sensibili al calo ormonale, l’indagine ha evidenziato numerose barriere culturali che rendono più difficile affrontare questo momento particolare della vita della donna – ha spiegato Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda – Per questo è indispensabile supportare le donne con un’informazione adeguata su cosa dovranno aspettarsi dalla menopausa e anche su come potervi fare fronte per viverla al meglio».

Il farmacista può certamente contribuire alla diffusione di informazioni corrette sull’argomento. C’è ampio margine di miglioramento per risalire dalla posizione in cui si trova attualmente come fonte in base a questa indagine (3%).
I vari rimedi assunti per contrastare i sintomi vengono consigliati dal farmacista nel 19% dei casi, dal ginecologo nel 40% e dal medico di famiglia nel 34%. Il 26% vengono scelti in autonomia e il 15% di nuovo in base a suggerimenti di amici e familiari.

«È importante sapere che oggi si può personalizzare il tipo e la durata della terapia per ridurre al minimo gli eventuali rischi, che sono stati notevolmente ridimensionati da studi recenti, e ottenere numerosi benefici preventivi sul versante osseo, cardiovascolare e cognitivo in tutte le donne, soprattutto in quelle che sono andate in menopausa prima dei 50 anni» ha precisato Rossella Nappi, professoressa di Ginecologia e Ostetricia e responsabile del centro della Menopausa ad alta complessità dell’IRCCS Policlinico San Matteo – Università degli Studi di Pavia.