Nuova indicazione d’uso per la colchicina

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 13 aprile scorso, è stata autorizzata la nuova indicazione d’uso per la colchicina relativa al trattamento della pericardite acuta e della pericardite ricorrente (determina AAM/PPA n. 339 del 27 marzo 2017). Il provvedimento sancisce anche l’aggiornamento del riassunto delle caratteristiche del prodotto e del foglio illustrativo del medicinale Colchicina Lirca (compresse da 1 mg), di titolarità di Acarpia – Servicos Farmaceuticos LD. Le scorte già in essere possono essere mantenute in commercio fino alla data di scadenza del medicinale indicata in etichetta.

La disposizione dell’Aifa stabilisce che i farmacisti sono tenuti a consegnare il foglio illustrativo aggiornato agli utenti, a decorrere da trenta giorni dalla data di pubblicazione della determina in G.U. Foglietto che dovrà essere reso accessibile al farmacista da parte dell’azienda titolare dell’AIC entro il medesimo termine.

Cos’è la colchicina

L’uso dell’alcaloide colchicina per il trattamento dei reumatismi, dell’artrite e della gotta è noto fin dall’antichità. Il principio attivo è estratto dai semi del colchico (Colchicum autumnale L.), una pianta erbacea della famiglia delle Liliacee che fiorisce in autunno. La pianta è molto velenosa e rientra nella lista del Ministero della Salute delle piante non ammesse per uso erboristico e negli integratori alimentari.

Anche l’uso farmacologico può dar luogo a importanti effetti collaterali (i principali sono nausea, vomito e diarrea) e il farmaco va assunto sempre sotto stretto controllo e prescrizione medica. L’assunzione della colchicina può anche predisporre alle infezioni (è bene evitare i contatti con persone infette) e può abbassare i valori delle piastrine, provocando un maggior rischio di emorragie, anche nelle feci. Bisogna sempre segnalare al medico gli effetti collaterali che si verifichino in seguito all’assunzione.

La colchicina non deve essere assunta in gravidanza e allattamento e in pazienti affetti da patologie cardiache, renali e gastrointestinali gravi che stanno assumendo inibitori della glicoproteina–P o dell’enzima CYP3A4, e qualora vi sia una ipersensibilità verso i componenti del prodotto stesso. Grande cautela deve anche essere prestata nella somministrazione a persone anziane e pazienti debilitati specialmente a quelli con malattie renali, gastrointestinali e cardiache. Se compare debolezza, anoressia, nausea, vomito o diarrea, occorre ridurre il dosaggio.

La posologia

Nell’attacco acuto di gotta la dose abituale descritta nel riassunto delle caratteristiche del prodotto è di tre compresse al giorno per 3-4 giorni, da assumere prima dei pasti principali. Di seguito la dose viene scalata a due compresse per una settimana, fino a una compressa ogni due giorni anche per tre-quattro mesi, come terapia per evitare recidive. Nei casi subacuti il dosaggio è di 1-2 compresse al giorno.

Per la nuova indicazione, Aifa ha autorizzato una dose di 0,5 mg due volte al giorno nei pazienti adulti con peso corporeo maggiore di 70 kg, o 0,5 mg una volta al giorno nei pazienti adulti con peso corporeo minore o uguale 70 kg o nei pazienti intolleranti a dosi più elevate, per almeno sei mesi nella pericardite ricorrente e almeno tre mesi nella pericardite acuta.