Pia Policicchio, Fenagifar: i giovani farmacisti sempre penalizzati

Pia PolicicchioAbbiamo incontrato Pia Policicchio, 40 anni, prima donna a raggiungere lo scorso maggio dopo aver percorso tutto il cursus, la carica più alta, quella di Presidente, del FENAGIFAR, la Federazione Nazionale delle Associazioni dei Giovani Farmacisti. Lo scopo era cercare di capire le condizioni reali dei giovani che si approcciano a questa professione e  Policicchio, giovane ma anche titolare di una farmacia, dal 2011, nel bellissimo centro storico di Cosenza, non si è certo sottratta. Anche se l’attualità, che la preoccupa grandemente, è che vede la sua Associazione, schierata contro il Ddl concorrenza, insieme con i sindacati dei farmacisti, comunque ritorna spesso nelle sue risposte: «Il problema sostanziale dei giovani farmacisti è che il sistema in questo momento è completamente sconquassato – esordisce senza mezza termini – e lo dico non solo come presidente dei giovani farmacisti, ma anche come titolare di una farmacia, che quindi conosce anche l’altro lato del problema. Oggi non si ha alcuna certezza di come sarà, nell’immediato futuro, questo lavoro e tutti i suoi tanti aspetti specifici. E senza “punti fermi” è difficile che i farmacisti riescano a investire o anche solo ad assumere giovani farmacisti. La situazione è simile a quella che si creò quando iniziarono a comparire supermercati e ipermercati e sparirono molti negozi al dettaglio. Cosa successe con l’occupazione? Si crearono posti di lavoro in più? Io non credo: in quel settore vedo solo contratti atipici, precari con orari allucinanti, non è vera occupazione. Dal punto di vista commerciale ci fu un’evoluzione, non certo dal punto di vista lavorativo. Non è questa la maniera di dare certezze, soprattutto ai giovani».

Una deriva, in pratica… Ma più farmacie e meno posti di lavoro?

Assolutamente. Il problema è il costo del mantenere un lavoratore. Se dovessero aprire altri dieci punti vendita attorno alla mia farmacia è chiaro che l’equilibrio salta e che come prima cosa dovrò licenziare parte o tutto il personale e fare da sola. Il costo del lavoro è troppo alto rispetto a margini che vanno sempre più restringendosi e i primi a saltare saranno proprio i giovani, i neolaureati, perché come sempre accade saranno gli ultimi assunti a essere licenziati per primi. È poi è un dato di fatto che è già stato calcolato: l’apertura di nuove farmacie non porta a un controllo o una riduzione della spesa farmaceutica, ma a un suo aumento. Personalmente non credo che queste ventilate liberalizzazioni commerciali porteranno dei progressi: io vedo solo un’orda di giovani che entra nel mondo del lavoro e trova le porte sbarrate. E poi bisogna considerare un’altra cosa che la gente spesso non sa: le terapie le “finanzia” il farmacista, che a Milano magari viene saldato a due mesi, qui in Calabria a sei, ma a Napoli dopo due anni. Vuol dire che i farmacisti napoletani finanziano per – quando va bene – due anni le terapie seguite da tutti i cittadini.

Lorenzo Di Plama