“Prima lo fate, meglio è”: la sensibilizzazione del Ministero per il test HIV

A 40 anni dalla scoperta dei primi casi di Aids nel 1981, il Ministero ha promosso la campagna di comunicazione “Prima lo fate, meglio è”, per sensibilizzare sul tema e invitare tutte le persone che abbiano avuto comportamenti potenzialmente a rischio a effettuare il test Hiv

Lo scorso anno in Italia sono state effettuate 1.303 nuove diagnosi di infezione da Hiv, che corrispondono a 2,2 nuovi casi ogni 100mila residenti. L’incidenza riscontrata nel nostro Paese (in calo dal 2012, con una diminuzione più evidente dal 2018) risulta inferiore alla media europea, che si attesta a 3,3 nuovi casi ogni 100mila abitanti.

Lo scorso anno l’incidenza più marcata è stata riscontrata tra i giovani, nel target 25-29 anni, mentre è stata al contempo registrato un calo tra gli stranieri. Tra le modalità di trasmissione prevalente rimangono i rapporti omosessuali, superiori numericamente a quelli eterosessuali. Nel 2020 più di 1 soggetto su 3 con nuova diagnosi di Hiv ha scoperto la propria positività a causa della presenza di sintomi o patologie correlate all’infezione.

Sono 352 i nuovi casi di Aids, pari a un’incidenza di 0,7 nuovi casi per 100mila residenti. L’80% dei casi di Aids segnalati nel 2020 era costituito da persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids; stabile il numero di decessi.

La campagna del Ministero

In occasione dei 40 anni dalla scoperta dei primi casi di HIV, il Ministero della salute ha promosso una campagna dal claim “Prima lo fate, meglio è”, che intende sensibilizzare sul tema dell’Hiv, esortando a sottoporsi al test quanti hanno avuto comportamenti sessuali potenzialmente a rischio. L’Hiv può essere infatti diagnosticata tempestivamente con il test e, per quanto non esista ancora una cura in grado di consentire una piena guarigione, esistono a oggi terapie efficaci in grado di tenerla sotto controllo, consentendo una vita normale ai pazienti Hiv positivi.

Telefono Verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse

Lo scorso 1° dicembre, in occasione della Giornata Mondiale di lotta all’Aids, il numero verde Aids e Infezioni sessualmente trasmesse (800 861061) dell’Istituto Superiore di Sanità ha ampliato il suo consueto orario. A contattare il telefono verde, nel 2021, sono stati prevalentemente uomini di Nord e Centro Italia, con un’età media di 35 anni (83,6%), per un totale di oltre 6mila chiamate.

Le domande rivolte agli esperti hanno riguardato in prevalenza dubbi su rapporti eterosessuali con partner occasionali, le modalità di trasmissione dell’Hiv e, più in generale delle infezioni sessualmente trasmesse (32,4%) e le procedure di testing per queste infezioni (28%).

Una donna su tre ha chiesto maggiori informazioni circa l’effettuazione del test (dove farlo e a distanza di quanto tempo) mentre gli uomini hanno indagato in prevalenza le modalità di trasmissione dell’infezione.

Una telefonata su 10 ha evidenziato ancora una complessiva disinformazione sul tema. Inoltre, nel 36,2% di tutte le telefonate ricevute nel 2021, è emerso che gli utenti afferenti al telefono verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse non hanno mai effettuato un test Hiv.