L’utilizzo di psicofarmaci ‘ricreativi’, sottratti e utilizzati senza alcun controllo sembra essere una nuova pericolosa moda tra i più giovani, un fenomeno cresciuto del 15-20% nell’ultimo quinquennio e in particolare con la pandemia, soprattutto grazie alla loro facile reperibilità. La Società italiana di neuro-psico-farmacologia, oltre a lanciare l’allarme, ha fornito un vademecum sul corretto utilizzo di questi farmaci

I psicofarmaci sono medicinali di grande importanza per la salute mentale, ma devono essere assunti rigorosamente e sotto il serrato controllo dello specialista. Quello che invece si osserva, soprattutto tra i più giovani, è un crescente uso ‘fai-da-tè’ di psicofarmaci “ricreativi”. Stando ai dati recenti si tratta di un fenomeno in crescita costante, che ha segnato nell’ultimo quinquennio un aumento tra il 15 e il 20%, in buona parte favorito dal facile reperimento di queste sostanze.

Quali le categorie più utilizzate

La tipologia di psicofarmaci maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno, secondo lo studio ESPAD dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), è quella dei farmaci per dormire (5%). Seguono quelli per l’umore e le diete (1,7% per entrambe le tipologie) e quelli per l’attenzione (1,2%).

Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci elencati, con un rapporto di genere minimo pari a 1,8 in relazione ai farmaci per l’attenzione e un rapporto massimo più che triplo (3,4) se si tratta di quelli per le diete. In linea generale, tuttavia, il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e quasi il 10% degli studenti è emerso essere un “poliutilizzatore”, avendo assunto almeno due sostanze nel corso degli ultimi 12 mesi. La sostanza illegale più diffusa è la cannabis, seguita dalle così dette New Psychoactive Substances, sostanze sintetiche che mimano gli effetti di altre sostanze più note.

Il mix esplosivo di psicofarmaci e sostanze psicoattive illegali

Stando ancora allo studio ESPAD, alla base del problema c’è una troppo facile reperibilità degli psicofarmaci: troppo spesso sono disponibili in casa (42%), o possono essere acquistati facilmente su Internet (28%), o ancora recuperati per strada (22%), sfuggendo così al controllo di adulti e medici. Consumi che, anche a seguito della pandemia, sono ulteriormente cresciuti, contribuendo, in oltre il 10% dei giovani, a sviluppare comportamenti pericolosi frutto dell’associazione pericolosa di psicofarmaci e altre sostanze psicoattive come tabacco, energy drink, stupefacenti e benzodiazepine.

L’allarme SINPF

Queste evidenze hanno portato gli esperti della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF), non solo a lanciare l’allarme ma anche a fornire una serie di consigli attraverso un vademecum. Difatti, è stato ribadito: «Gli psicofarmaci, insieme ad un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi. Molte patologie curate per tempo nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se questi farmaci sono usati con modalità non corrette possono invece avere ripercussioni negative. Da qui la necessità, prioritaria, di avviare campagne di sensibilizzazione e informazione e di azioni educazionali, anche con il coinvolgimento delle Istituzioni: dalla scuola, alla classe medica, medici di medicina generale e specialisti, alle famiglie»

il vademecum

Il vademecum della SINPF dedicato a cittadini, ragazzi, genitori e famiglie si articola in 5 punti cardine e ribadisce, in primis, un fermo no al ‘fai-da-te’: rivolgersi sempre al medico; non sottovalutare la potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali; tenere questi farmaci fuori dalla portata di chiunque possa farne un uso improprio; avviare campagne di sensibilizzazione e counselling mirati a pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale; In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.

«Questi psicofarmaci rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore – ha spiegato Matteo Balestrieri, Ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente della SINPF – e spingono quindi i giovani ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia, reperiti in luoghi sicuri, come la casa in caso di familiari che già ne facciano uso, o in altri molto più insidiosi, come il web e la strada, sedi di un nuovo e più moderno spaccio, con reali rischi di overdose. Un trend, purtroppo, sempre più generalizzato tra i giovani e da cui non sono esenti neppure i ragazzi italiani, come dimostrano i dati dello studio ESPAD e le motivazioni che nei giovani alimentano il fenomeno».