Rastrelli propone un nuovo modo di gestire l’area del dermocosmetico

La farmacia continua ad avere un ruolo interessante nel settore cosmetico, nonostante il leggero calo delle vendite registrato dai dati di Unipro – Associazione italiana delle imprese cosmetiche, nel secondo semestre dello scorso anno. Questo per lo meno è il parere di vari esperti del settore che riconoscono al farmacista le conoscenze sufficienti e un ruolo di prossimità con il cliente tali da poter rispondere ai bisogni di benessere psico-fisico della clientela. Alla luce di queste considerazioni Francesco Rastrelli,  presidente dell’Ordine dei  Farmacisti di  Brescia, durante l’incontro organizzato dal  Gruppo Cosmetici in Farmacia di Unipro a Bologna alla fiera Cosmofarma, introduce un nuovo modo di gestire l’area del dermocosmetico in farmacia che “lega il consiglio cosmetico agli altri bisogni salutistici”. Rastrelli individua il nuovo termine “Cosmeceutical  care” per indicare “la necessità di una  sempre  maggior  specializzazione  nel  consiglio  qualificato di  prodotti  dermocosmetici complementari  alla  terapia  farmacologica  e che hanno la funzione di ripristinare e normalizzare le fisiologiche condizioni tissutali della nostra pelle, a seguito di vari disturbi”. Il concetto espresso da Rastrelli, però, racchiude un ulteriore passo avanti da compiere che prende lo spunto dal controllo di farmacovigilanza post marketing, che compete anche al farmacista. Così come accade coi farmaci, quindi, anche la “cosmetovigilanza,  ossia l’obbligo di registrare e segnalare gli effetti indesiderabili dei cosmetici, è un compito fondamentale del farmacista. Essa si può suddividere in due fasi distinte: una fase pre-marketing (quando il cosmetico è ancora in fase clinica) e una post-marketing (quando il cosmetico è già in commercio)”.
“L’obiettivo principale”, conclude Francesco Rastrelli, “è quello di aumentare le conoscenze sui cosmetici e definire meglio la loro sicurezza d’uso, migliorare le modalità con cui vengono utilizzati, stabilire un profilo di sicurezza che descriva in maniera più realistica le caratteristiche dei soggetti in trattamento”.