La presenza di animali domestici all’interno delle famiglie cresce del 15%. Può diventare quindi strategico decidere di puntare sul comparto dedicato alla cura degli amici a quattro zampe

L’incremento di adozioni di un animale domestico durante il periodo pandemico a partire dal primo lockdown è stato del 15%. Una cifra davvero significativa, che testimonia probabilmente il bisogno di compensare degli aspetti di tipo affettivo. Non è un caso che oggi la prima richiesta delle persone in assoluto sia un maggiore benessere psicologico, come rilevato da alcune ricerche della Nielsen. «Alla luce di queste considerazioni, se si decide di approcciare il reparto della veterinaria in farmacia, bisogna avere in mente l’affetto che offre la presenza di un amico animale e non il consumo che genera» racconta Nicola Posa, amministratore delegato di Shackleton Group, consulente e formatore in materia di marketing e di comunicazione.

Parola d’ordine: empatia

Non si tratta, infatti, di un reparto come tutti gli altri. Come punto di partenza basilare è necessario essere dotati di una sincera empatia sia verso gli animali sia verso i loro proprietari. «Questa è una predisposizione che non si può improvvisare o simulare – prosegue il consulente – Non è detto che debba essere necessariamente il titolare a possedere queste caratteristiche. È facile che in un gruppo di lavoro anche piccolo ci sia almeno una persona con simili doti, che sarà senz’altro la migliore a cui affidare questo settore».

Su quali prodotti puntare

Nell’organizzare un reparto veterinario in farmacia, quali prodotti occorre tenere in considerazione? Secondo Posa, si devono senz’altro trattare i farmaci etici veterinari e non trascurare gli integratori, il cui mercato è in grande espansione. «Alcune farmacie azzardano l’aspetto nutrizionale e dei giochi, con alterne fortune – spiega – In questo caso il successo dipende molto dalla presenza o assenza di un negozio specializzato nella zona. Se abbiamo vicino un punto vendita di una grande catena, forse non è opportuno mettersi in concorrenza sui prodotti non strettamente terapeutici. Per quanto la farmacia possa sforzarsi, il rischio è che rimanga sempre sbilanciata rispetto a queste grandi attività di category specializzate».

Promotori di prevenzione

Di solito, poi, chi ha un animale in famiglia ci tiene a trattarlo bene e non trascura la prevenzione delle malattie. «Il farmacista può avere un ruolo importante come promotore della profilassi nei confronti delle numerose patologie che cani o gatti possono contrarre anche solo frequentando i parchi cittadini o nella vita domestica» aggiunge l’esperto,

«Oltre ai padroni esperti, però, c’è sicuramente anche una quota di persone che ha preso l’animale seguendo un impulso emotivo, ma che potrebbe trovarsi impreparata. Per queste ultime possono rivelarsi di particolare interesse iniziative di educazione sanitaria organizzate magari in collaborazione con un veterinario di zona, che aiutano anche a far conoscere l’esistenza del reparto in farmacia. Un’altra idea per raggiungere questo scopo, oltre alla classica vetrina dedicata o a un riquadro pubblicitario su un giornale locale, può essere quella di organizzare una festa all’aperto per cani con giochi, per esempio animata da un addestratore.

Sicuramente avrebbe maggiore impatto. La collaborazione con gli altri professionisti resta sempre un punto fondamentale, così come la preparazione e l’aggiornamento. Alcune aziende di settore organizzano corsi di formazione rivolti sia ai veterinari sia ai farmacisti. Può essere una buona occasione per conoscersi e confrontarsi» conclude.

Leggi l’articolo completo dedicato al reparto VET in farmacia su Farmacia News di settembre