Il documento, sottoscritto giovedì 8 settembre presso la sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco dalle principali associazioni di settore – Farmindustria, AssoGenerici, Federfarma Servizi, Associazione Distributori Farmaceutici (Adf), Federfarma e Assoram – e frutto della collaborazione tra ministero della Salute, Aifa, Regione Lazio, Regione Lombardia, costituisce “un punto di partenza importante per la realizzazione di iniziative condivise su una problematica, quella delle indisponibilità di medicinali sul territorio nazionale, che richiede per sua stessa natura l’impegno di tutti gli Enti e i soggetti che a diverso titolo esercitano la propria attività nel settore del farmaco”, spiega Aifa nel comunicato che descrive i termini dell’accordo.
“La sottoscrizione di questo documento testimonia l’impegno capillare e profuso di tutte le istituzioni coinvolte a vario livello nella filiera farmaceutica”, commenta il presidente dell’Agenzia, Mario Melazzini, “che hanno insieme l’obiettivo comune di garantire sempre la qualità, la sicurezza e l’accesso al “bene” farmaco in tutte le fase del suo ciclo di vita. Non posso non sottolineare e apprezzare il grande senso di responsabilità dimostrato da tutti i soggetti intervenuti oggi a firmare questo accordo.”
“Nel documento”, specifica Aifa, “si ribadiscono i principi normativi fondamentali che regolamentano il settore del farmaco – che deve essere in primo luogo considerato come “servizio pubblico” − con particolare riguardo agli aspetti della distribuzione, sia all’ingrosso sia al dettaglio, che hanno come fine ultimo quello di tutelare la salute pubblica e del singolo, garantendo la disponibilità e l’accessibilità al farmaco”.
“Il lavoro di questo tavolo”, evidenzia il direttore generale dell’Agenzia, Luca Pani, “è di fondamentale importanza perché consolida il ruolo del “regolatorio” in un contesto e un momento storico in cui il farmaco, che sta diventando un bene sempre più piccolo dal valore sempre più grande, può divenire oggetto di interessi che sfuggono ai principi etici. Per fortuna l’Italia può vantare uno dei sistemi di vigilanza tra i più efficienti in Europa, messo in atto dalle forze di polizia specializzate nella tutela della salute”.
“I lavori del tavolo hanno consentito, già nei primi mesi, la definizione, rispetto all’ambito territoriale della Regione Lazio, di una lista di farmaci indisponibili”, spiegano da Aifa, “nella cui stesura si è tenuto conto di tre elementi fondamentali quali la rilevanza terapeutica, l’assenza o esiguità di analoghi e/o alternative disponibili, e l’interesse di tutela della salute pubblica − e di una lista di operatori (individuati sulla base dei dati disponibili nel sistema tracciabilità) che avrebbero effettuano attività di esportazione relativamente ai medicinali inseriti nella lista.
Le successive attività di controllo effettuate dai militari del Nucleo Nas di Roma presso gli operatori individuati, nel corso delle quali si è proceduto alla verifica della documentazione relativa ai farmaci indicati nella lista e oggetto di esportazione, hanno in seguito condotto alla comminazione delle sanzioni amministrative per le irregolarità accertate in sede ispettiva”.
“Da anni siamo impegnati, in stretta collaborazione con tutti i soggetti interessati, a evitare che i cittadini restino sprovvisti di quei farmaci che, pur prodotti per il mercato italiano, finiscono sul mercato di altri Paesi europei dove i prezzi dei farmaci sono più alti. È infatti inammissibile”, osserva il presidente di Federfarma, Annarosa Racca, “che un malato non trovi un farmaco solo perché economicamente è più conveniente venderlo all’estero”.
“L’adesione di altre Regioni al progetto avviato nel Lazio e in Lombardia consentirà”, conclude Aifa, “una più estesa sistematizzazione e intensificazione delle attività di vigilanza.
Il possibile verificarsi di distorsioni del mercato, richiede una costante attività di controllo, non solo a tutela dei pazienti, ma anche di tutti gli operatori che, nel nostro paese, svolgono la propria attività con rigore e correttezza”.