L’incidenza di sovrappeso e obesità è andata aumentando andando a coinvolgere anche bambini e anziani, con costi sociali, economici e sanitari enormi. Solo in Italia, il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria e riduce il PIL del 2,8%. Dal Ministero, le linee di indirizzo per prevenzione e contrasto in linea con le azioni messe in campo dall’Oms e dall’Ue

L’obesità è una patologia multifattoriale che incide profondamente sullo stato di salute degli individui in quanto assai sovente si accompagna ad altre importanti malattie come il diabete tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni che peggiorano la qualità della vita e ne riducono la durata. Tutto questo chiaramente riduce la qualità della vita dei pazienti e ne riduce la durata. Sovrappeso e obesità sono, inoltre, tra i principali fattori di rischio oncologico.

La diffusione dell’obesità è aumentata nel tempo, raggiungendo dimensioni epidemiche, e costituisce ormai uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale, con una preoccupante espansione nell’età infantile che può provocare una precoce insorgenza di patologie croniche non trasmissibili. Altresì dicasi per l’anziano, in cui il sopraggiungere di sovrappeso e obesità incide profondamente sul rischio cardio-metabolico e sulla disabilità ad esso correlata.

I costi economici sociali e sanitari

Dall’analisi dei costi economici, sociali e sanitari legati all’eccesso ponderale della popolazione di 52 Paesi, emerge che gli Stati destinano in media l’8,4% del bilancio sanitario per curare problemi connessi all’eccesso ponderale. In media, sovrappeso e obesità sono responsabili del 71% di tutti i costi delle cure per il diabete, del 23% dei costi delle cure per le malattie cardiovascolari e del 9% dei costi delle cure per i tumori.
In Italia, il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria e riduce il PIL del 2,8%.

Nella UE a 28 Paesi, inoltre, è emerso che una determinante molto forte è quella reddituale: le donne e gli uomini che rientrano nella fascia di reddito più bassa hanno rispettivamente il 90% e il 50% di probabilità in più di essere obesi. Le stesse differenze di prevalenza di obesità per stato socio-economico si osservano nei bambini e adolescenti in diversi paesi europei.

Necessarie politiche per contrastarla

Trattandosi di malattia multifattoriale, appare indispensabile mettere in atto politiche intersettoriali per contrastarla, in grado di tenere in debito conto tutti i determinanti socioculturali, ambientali, relazionali ed emotivi che influenzano le abitudini alimentari e lo stile di vita, con l’obiettivo di creare le condizioni per favorire scelte alimentari nutrizionalmente corrette, nonché di promuovere uno stile di vita attivo.

La strategia nazionale

La strategia nazionale è del tutto in linea con gli obiettivi dei piani d’azione promossi sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dall’Unione Europea, in particolare con l’adozione dell’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, finalizzato a implementare le politiche nazionali di contrasto all’obesità.

Ancora oggi tuttavia, nonostante l’impegno profuso, molte azioni hanno avuto carattere di frammentarietà, al di fuori di un disegno strategico unitario. Due aree strettamente connesse, come prevenzione e cura, troppo a lungo sono state considerate strategie distinte, solo per fare un esempio.

Tutto questo ha comportato costi sanitari estremamente elevati, a fronte di risultati inefficaci. Il controllo dell’obesità e del sovrappeso richiede altresì un approccio intersettoriale e multidisciplinare, con interventi coordinati a differenti livelli, per prevenirne l’insorgenza, assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o ancora allo stadio iniziale, per rallentarne la progressione, al fine di evitare o ritardare quanto più possibile il ricorso a terapie farmacologiche o chirurgiche.

Le linee di indirizzo ministeriali

Il documento ministeriale fornisce linee di indirizzo sulle azioni necessarie per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, con un’attenzione particolare a quella infantile.

Nello specifico, mira a fornire agli operatori e alle istituzioni uno strumento utile per favorire scelte organizzative e comportamenti professionali omogenei; individuare un percorso integrato e condiviso tra l’area preventiva e quella clinica per un precoce, sinergico e simultaneo inquadramento preventivo e clinico-nutrizionale, che rappresenti anche un anello di raccordo tra la medicina di base, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione dei Dipartimenti di Prevenzione e i diversi setting di cura specialistici ambulatoriali e ospedalieri; definire i campi di applicazione della classificazione eziologica e fenotipica dell’obesità e i criteri diagnostici attraverso l’utilizzo di test biochimici e metodiche di riferimento.