Se inizialmente vi erano solo dentifrici al fluoro, per denti sensibili o per gengive sanguinanti l’offerta dei prodotti negli ultimi tempi si è notevolmente ampliata, anche per avere denti più bianchi. Il dentifricio whitening può contenere per esempio i perossidi, i polimeri, il bicarbonato di sodio, la perlite, il lichene islandico fino ad arrivare al carbone attivo. Tali sostanze rimuovono dalla superficie del dente tutto ciò che potrebbe pigmentarlo o lo sbiancano per ossidazione chimica.

Quale tipo scegliere

Il dentifricio ideale deve essere poco irritante per la mucosa, oltre a intaccare moderatamente lo smalto. Le forme cosmetiche più comuni sono quella in pasta o quella in gel, preferita da anziani e bambini per la trasparenza e la minore aggressività. Le sostanze funzionali sono contenute nella misura del 2% della formula totale.

Si consiglierà preferibilmente un dentifricio sbiancante o abrasivo in caso di colorazione dei denti, mentre per l’ingiallimento, dovuto all’erosione, un dentifricio sbiancante. In entrambi i casi si usano in alternanza con un dentifricio rimineralizzante, a base di pirofosfati e di fluoro. Particolarmente indicati nei fumatori, i dentifrici abrasivi si possono usare più volte la settimana, alternandoli con dentifrici rimineralizzanti.

Sbiancante ai perossidi

I dentifrici in questione contengono perossido di idrogeno o di perossido di carbammide. Come sappiano l’acqua ossigenata funziona quale agente ossidante, rompendo per ossidazione i legami cromofori delle molecole organiche di colore scuro. L’effetto finale sarà, quindi, sbiancante, in particolare per macchie da caffè, tè, vino rosso o nicotina.

Il bicarbonato di sodio

Spesso viene abbinato all’argilla con aggiunta di oli essenziali per la preparazione di dentifrici casalinghi o addirittura viene sfregato direttamente sui denti. In realtà il bicarbonato non sbianca, bensì smacchia per azione abrasiva. Sulla base delle evidenze raccolte ha comunque una natura intrinseca poco abrasiva, a causa della sua durezza inferiore rispetto allo smalto e alla dentina. Le formulazioni presenti sul mercato, quindi, hanno un’abrasività ben al di sotto dei limiti di sicurezza stabiliti e, pertanto, possono essere considerate sicure [1].

Bibliografia:

  1. Hara AT, Turssi CP. Baking soda as an abrasive in toothpastes: Mechanism of action and safety and effectiveness considerations. J Am Dent Assoc. 2017 Nov;148(11S):S27-S33.

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