Stabile il consumo di piscofarmaci in Italia

Il consumo di psicofarmaci in Italia si è mantenuto stabile negli ultimi tre anni, come indicato dai dati pubblicati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e riferiti al periodo 2015-2017.
L’unico lieve aumento si registra nei consumi di prodotti ansiolitici, ipnotici e sedativi a bede di benzodiazepine, che nel 2017 hanno fatto segnare un incremento medio del 7,6% rispetto all’anno precedente, pari a un consumo di circa 50 dosi giornaliere ogni mille abitanti (DDD/1000 abitanti ogni giorno). L’incremento più elevato (15,2%) è riferito ai sedativi, seguito dagli ipnotici (8,3%) e dagli ansiolitici (6,1%).
Gli antidepressivi sono la classe che registra i più alti consumi, pari a circa 40 DDD/1000 abitanti die), con un minimo incremento nell’anno 2016-17 (+1,3%). Molto minori sono i consumi di antipsicotici, che si attestano nel 2017 a 9,3 DDD/1000 abitanti die, con una crescita del 2,0% rispetto all’anno precedente.
I dati di Aifa si basano sull’analisi dei dati della tessera sanitaria sulle prescrizioni farmaceutiche rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale, da cui è stata stimata nel 2017 la prevalenza d’uso degli antidepressivi con codice ATC N06A.

I dati, inoltre, sono riferiti a sei diverse regioni rappresentative delle diverse aree geografiche del paese (Lombardia e Veneto per il Nord, Lazio e Toscana per il Centro e Campania e Puglia per il Sud), per un totale di 34,5 milioni di residenti. Di questi, nel 2017 oltre 2 milioni di persone hanno ricevuto almeno una prescrizione di antidepressivi, corrispondente a una prevalenza d’uso del 6%. Riportando tale percentuale al totale della popolazione italiana si ricava una stima di 3,6 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una prescrizione di antidepressivi nel 2017.