Ticket sanitari: la spesa pro-capite è in media di 49 euro ma sono rilevanti le differenze regionali

La compartecipazione alla spesa sanitaria per il 2018 ha sfiorato i 3 miliardi di euro, con una media pro-capite di 49 euro. Sono i dati emersi dall’Osservatorio Gimbe sui ticket sanitari, che evidenziano anche rilevanti differenze da regione a regione

Integrando i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti con quelli del Rapporto Osmed 2018 sull’utilizzo dei farmaci in Italia, il report dell’Osservatorio Gimbe analizza composizione e differenze regionali della compartecipazione alla spesa sanitaria, che nel 2018 ha sfiorato i 3 miliardi di euro.

Come ha commentato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe: “La compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria si è progressivamente trasformata in un consistente capitolo di entrata per le Regioni, in un periodo caratterizzato da un imponente definanziamento della sanità pubblica”.

Nel 2018 le Regioni hanno incassato per i ticket 2.968 milioni di euro (49,1 euro pro-capite), di cui 1.608 milioni  (26,6 pro-capite) relativi ai farmaci e  1.359 milioni (22,5 pro-capite) per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, incluse quelle di pronto soccorso.

L’entità complessiva della compartecipazione alla spesa sanitaria è relativamente stabile, a essere cambiata negli ultimi 4 anni è la sua composizione:  se nel 2014 gli importi dei ticket per farmaci e prestazioni specialistiche erano sovrapponibili, nel 2018 si sono ridotti del 6,1% quelli per le prestazioni e  aumentati del 12% quelli per i farmaci. In particolare, nell’ultimo anno i ticket sono aumentati complessivamente di  83,4 milioni di euro  (+2,9%), di cui 22,4 milioni (+1,7%) per le prestazioni specialistiche e 61 milioni (+3,9%) per i farmaci.

ticket sanitari

Le differenze regionali

Le differenze regionali in termini di ticket sanitari riguardano le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni specialistiche, pronto soccorso ecc.), ma anche gli importi che i cittadini devono corrispondere e le regole per le esenzioni.

Dalle analisi emergono notevoli differenze regionali, relative sia all’importo totale della compartecipazione alla spesa, sia alla ripartizione tra farmaci e prestazioni specialistiche: in particolare, se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla da 88 euro in Valle d’Aosta a 33,7 euro in Sardegna, per i farmaci l’importo varia da 36,2 euro in Campania a  16 euro in Piemonte, mentre per le prestazioni specialistiche si passa da 64,2 euro della Valle d’Aosta a  8,5 euro della Sicilia.

La spesa per i farmaci equivalenti

“Un dato di estremo interesse”, precisa Cartabellotta, “emerge dallo ‘spacchettamento’ dei ticket sui farmaci, che include la quota fissa per ricetta e la quota differenziale sul prezzo di riferimento pagata dai cittadini che scelgono di acquistare il farmaco di marca al posto dell’equivalente”. Nel 2018 dei 1.608 milioni di euro sborsati dai cittadini per il ticket sui farmaci, solo il 30% è relativo alla quota fissa per ricetta (482,6 milioni di euro, pari a 8 euro pro-capite), mentre i rimanenti 1.126,4 milioni di euro (18,6 pro-capite) sono imputabili alla scarsa diffusione in Italia dei farmaci equivalenti. 

Dal canto suo, il Rapporto Osmed 2018 documenta che nel periodo 2013-2018 si è ridotta del 14% la quota fissa sulle ricette (- 76 milioni di euro) mentre è aumentata del 28% la quota prezzo di riferimento per la preferenza accordata ai farmaci di marca (+ 248 milioni di euro). A spendere di più per i farmaci di marca sono le Regioni del Centro-Sud, dove la  spesa media pro-capite supera quella media nazionale, di 18,6 euro: è il Lazio la regione dove si spende di più, con 24,7 euro di spesa.

Le proposte di Gimbe

Secondo Cartabellotta, in vista della definizione del Patto per la Salute, all’interno del quale il tema della compartecipazione è un elemento fondamentale: “Innanzitutto è indispensabile uniformare a livello nazionale i criteri per la compartecipazione e le regole per le esenzioni; in secondo luogo, anche al fine di arginare ‘fughe’ verso il privato per le prestazioni specialistiche, occorre pervenire a un definitivo superamento del superticket per il quale sono già stati ripartiti 60 milioni di euro; infine, sono indispensabili azioni concrete per incrementare l’utilizzo dei farmaci equivalenti, visto che la preferenza per i farmaci di marca oggi pesa per il 38% del totale sborsato dai cittadini per i ticket e per il 70% della compartecipazione per i farmaci”.

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