L’Alto Adige ha ridefinito le modalità di attuazione del suo programma discreening per il tumore del colon-retto, rendendolo più capillare e accessibile grazie all’ingresso ufficiale delle farmacie nella rete di prevenzione. Lo scorso 5 dicembre, la Giunta provinciale ha difatti approvato i requisiti organizzativi, tecnici e strutturali per la consegna del kit nelle farmacie altoatesine e autorizzato la stipula di un accordo.
Questa scelta strategica mira a incrementare significativamente il tasso di partecipazione, sfruttando la vicinanza e la fiducia che i cittadini ripongono nelle farmacie di comunità.
L’importanza della prevenzione tempestiva
Il programma di screening, attivo dal 2012, si rivolge a tutti gli uomini e le donne residenti in Alto Adige di età compresa tra i 50 e i 69 anni. La sua efficacia si basa sul test di I livello per la ricerca del sangue occulto nelle feci, un metodo non invasivo in grado di rilevare minime tracce di sangue (non visibili ad occhio nudo) indicative della presenza di polipi adenomatosi o neoplasie in fase iniziale. L’obiettivo primario è duplice: identificare i tumori quando sono più trattabili e, soprattutto, asportare i polipi per interrompere la potenziale progressione della malattia.
Il nuovo ruolo logistico e informativo della farmacia
Grazie al nuovo accordo, dopo aver ricevuto la lettera di invito dall’Azienda sanitaria, i cittadini altoatesini potranno recarsi in qualsiasi farmacia provinciale per ritirare gratuitamente il necessario.
Tuttavia, il coinvolgimento va ben oltre la semplice logistica. La farmacia si configura come un punto di riferimento informativo essenziale: ogni farmacia consegna il kit – che comprende il contenitore per il campione e un foglietto illustrativo che fornisce indicazioni pratiche e chiare su come eseguire correttamente il test a casa e su come conservare il campione (massimo 48 ore in frigorifero) prima della riconsegna; al farmacista è inoltre affidato il compito di fornire chiarimenti e informazioni a supporto dei cittadini che aderiscono allo screening, fungendo da primo front-office qualificato. Altresì, la farmacia partecipa attivamente al monitoraggio del programma, gestendo la raccolta dei dati dei partecipanti tramite un sistema digitale apposito, garantendo l’accuratezza e la riservatezza.
Sostegno economico all’iniziativa
A riconoscimento di queste responsabilità, la Giunta provinciale ha stanziato un fondo annuo complessivo di 75 mila euro. Le farmacie riceveranno quindi una remunerazione pari a 2,50 euro per ogni kit consegnato, una cifra destinata a coprire i costi operativi relativi alla registrazione dei dati, all’informazione al pubblico e al corretto trattamento dei dati personali.
Come evidenziato dall’Assessore alla Prevenzione Sanitaria e alla Salute Hubert Messner, la partnership con le farmacie è fondamentale: rendendo il servizio più accessibile e vicino al cittadino, si punta a un aumento della partecipazione, rafforzando l’efficacia complessiva del programma di prevenzione per un esito che, in ultima analisi, mira a salvare vite.


