In occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale 2022, tra le numerose iniziative promosse la Mental Health Marathon organizzata dalla Asl Toscana Centro. Pandemia, crisi economica, conflitto bellico hanno incrementato esponenzialmente le richieste di servizi di salute mentale, soprattutto tra i più giovani, ma la situazione attuale dei servizi mostra uno squilibrio tra richieste e capacità di erogazione

Dal 1992 il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, una giornata che intende aumentare la consapevolezza sui problemi di salute mentale a livello globale e mobilitare gli sforzi a sostegno della causa.

La giornata 2022 è stata contrassegnata dal claim “Make Mental Health & Well-being for all a global priority”. Non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce salute “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia”.

Tra le tante iniziative messe in campo, la Asl Toscana Centro ha promosso la terza edizione della Mental Health Marathon dal titolo “Per un benessere mentale di comunità. Quali linee progettuali per il futuro” introdotta dal suo direttore, il dottor Giuseppe Cardamone, per riflettere sulla situazione della salute mentale a seguito di due anni di pandemia e sulle priorità da porre in agenda, grazie a tre gruppi di lavoro, anche alla luce della riorganizzazione della sanità in chiave territoriale prevista dal DM77.

I servizi di salute mentale, un patrimonio da difendere

Nell’ultimo biennio, l’evento pandemico accompagnato alla crisi economica e quindi alla guerra hanno determinato impatti rilevanti anche in termini di salute mentale degli italiani. Uno dei temi portanti della giornata è stato quello di mettere a fuoco le problematiche di salute mentale, che coinvolgono in maniera crescente i giovani, nel contesto di rilancio del servizio sanitario nazionale.

«Ci si trova oggi di fronte a un incremento dei problemi sugli adolescenti, a uno stigma tuttora presente. Oggi i servizi di salute mentale devono essere difesi, si deve combattere perché possano continuare a esistere. Il sistema pubblico di salute mentale, difatti, a oltre 40 anni dalla sua istituzione, si trova ad attraversare una situazione di notevole difficoltà per diverse e complesse ragioni. La pandemia ha rimesso la salute mentale sotto i riflettori ed è auspicabile che oggi la stessa possa riacquistare centralità e modalità certe di finanziamento che consentano l’erogazione dei servizi richiesti» ha sostenuto il dottor Cardamone in apertura.

«Stiamo giocando una partita cruciale, tra aumento delle richieste, azzeramento dei finanziamenti, blocco del turnover e carenza dei professionisti da reclutare» ha aggiunto Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep).

Fare rete e combattere lo stigma

Un altro tema portante è stato quello di ribadire l’impossibilità di affrontare questi temi senza il reale coinvolgimento degli utenti e dei loro familiari. Quindi, la necessità forte di fare rete, perché solo un approccio integrato e multidisciplinare, con il coinvolgimento anche della rete dell’associazionismo, è in grado di garantire outcome positivi per pazienti estremamente complessi e fragili.

Poi. l’importanza della prevenzione, delle campagne di sensibilizzazione, a partire dalle scuole, finalizzate anche a combattere lo stigma, ancora presente, che porta all’emarginazione dei pazienti con problemi mentali, negando loro un’opportunità di integrazione sociale e lavorativa.

Necessario un modello di governance

Infine, si è parlato della necessità di superare le differenze particolarmente significative, nell’offerta dei servizi e nella presa in carico tra le diverse Regioni italiane. «Le risorse sono certamente importanti, ma quel che conta maggiormente sono le figure professionali e, soprattutto, un modello preciso di governance e gestione dei servizi» ha evidenziato Tommaso Maniscalco, direttore del DSM azienda ULSS7 ‘Pedemontana’ e referente per la Salute Mentale della Regione Veneto.