Una svolta nell’evoluzione della professione

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Un position paper del Pgeu ha individuato l’evoluzione delle competenze dei farmacisti per un modello di sanità sempre più paziente centrico. Le riflessioni di Roberto Tobia, presidente del Pgeu per il 2022, segretario di Federfarma e vicepresidente Utifar, a proposito delle nuove competenze richieste ai farmacisti

«La riqualificazione del ruolo del farmacista passa attraverso una crescita costante delle competenze e della professionalità, per poter compiere quella trasformazione che è iniziata nel 2009, con la nascita della Farmacia dei servizi, che è ancora in corso e che negli ultimi anni sta conoscendo un’importante accelerazione».

Così Roberto Tobia, recentemente eletto presidente del Pharmaceutical group of the european union (Pgeu) per il 2022, commenta il position paper redatto dal Pgeu sul patto di competenze per la riqualificazione dei farmacisti (“Position Paper on Pact for Skills”). «Si tratta di un modello pensato per consegnare alla sanità e alla comunità un presidio di prossimità integrato nella rete assistenziale del territorio. È questo il punto fermo da cui partire per assegnare ai farmacisti italiani ed europei un nuovo protagonismo professionale, che si declina anche in nuovi processi di cura».

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Come sta evolvendo il ruolo dei farmacisti italiani ed europei dopo i mesi complessi della pandemia?

Oggi la professione del farmacista, che necessita di una carriera universitaria e di un percorso di studi importante e qualificante, deve avere anche una formazione che abbia
piena attinenza con le funzioni svolte in base all’evoluzione del ruolo, che non è più solo quella fondamentale di un dispensatore qualificato di farmaci, ma anche di un professionista incaricato di offrire tutta una serie di servizi farmaceutici territoriali che prima erano riservati a altri operatori sanitari.

Fra questi vi sono, ad esempio, la possibilità di effettuare il prelievo di sangue capillare nell’ambito delle analisi di prima istanza, ma soprattutto la possibilità di inoculare i vaccini, grazie alla partecipazione delle farmacie alla campagna vaccinale anti- Covid. In Italia per ora si tratta solo di una norma sperimentale, in vigore fino al 31 dicembre 2021, ma che siamo certi servirà ad aprire nuove prospettive anche al di là dell’emergenza. Non dimentichiamo che nel resto d’Europa le vaccinazioni sono già un servizio che i farmacisti svolgono come attività di routine.

Ad esempio, in Portogallo, ma anche in Francia, sull’onda della pandemia i farmacisti sono stati immediatamente abilitati a dispensarle. Lo stesso avviene nel Regno Unito, dove i farmacisti possono effettuare i vaccini anti-Covid anche a domicilio del paziente. Ciò dimostra come in tutta Europa la figura del farmacista sia in piena evoluzione, con un maggiore riconoscimento sociale e una successiva legittimazione istituzionale, che dipendono dalla capacità di coniugare il ruolo sanitario svolto alla solidità delle competenze tecnico-scientifiche possedute.

La farmacia sta diventando sempre più un presidio di prossimità integrato legato alle altre figure sanitarie nella rete assistenziale del territorio, in un processo che la configura sempre di più come un hub di salute a 360°, in grado di dispensare anche servizi di cura veri e propri, attraverso la forza di una rete capillare, come quella presente sia Italia sia negli altri Paesi membri.

Nel position paper si fa riferimento anche alle competenze richieste in ambito di prevenzione e delle nuove sfide ecologiche e digitali. Cosa ne pensa?

Queste sfide fanno parte dell’impegno del Next Generation EU e i farmacisti europei sono senz’altro impegnati a conseguire questi obiettivi grazie a un impegno cospicuo e quotidiano su più fronti. L’evoluzione della farmacia in senso digitale e come un punto di verifica e di screening è un passaggio importante sotto due aspetti. Innanzitutto in termini di numeri, perché la farmacia è un luogo di salute molto frequentato sul territorio, in Italia si parla di oltre 4 milioni di persone.

Poi, in termini di efficienza, perché le farmacie hanno dimostrato di poter organizzare una serie di iniziative importanti per la prevenzione, come ad esempio il DiaDay, un momento fondamentale di screening e di verifica dell’aderenza alla terapia dei pazienti, che ha permesso di individuare in 10 giorni oltre 4000 malati di diabete inconsapevoli.

Sempre più il benessere e la salute del cittadino passano anche attraverso questi strumenti di prevenzione, che permettono uno sgravio di lavoro al Ssn, oltre che la diffusione di una informazione chiara e capillare sul territorio, ampliando il ventaglio di soggetti che sono in grado di offrirli. La rete delle farmacie può mettere in gioco tutto il suo impegno in questo senso, per generare un duplice vantaggio per il cittadino e per ottenere risultati importanti che possono essere reinvestiti all’interno dello stesso Ssn.

1 COMMENTO

  1. Si parla tanto sempre di svolta nella
    nostra professione, ma non trovate che invece sia vergognoso non parlare MAI della modifica del nostro contratto ??? Siamo tutti stanchi !!!! E credo che se ci mobilitiamo tutti e facciamo un po’ di rumore(come fanno tutte le categorie) , forse otterremo qualcosa.

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